Il colosso petrolifero anglo-olandese Rds ha riportato i risultati del quarto trimestre dell’anno che si sono rivelati inferiori al consensus. In particolare, la divisone estrazione ed esplorazione, con un calo a doppia cifra, è stata la causa principale ad aver impattato maggiormente sull’utile netto del trimestre con un 20% in meno sulle attese del mercato.
Rds, per migliorare la propria efficienza e salvaguardare il proprio bilancio, ha adottato una serie di iniziative di taglio dei costi e investimenti dato che il basso prezzo del petrolio ha ridotto i ritorni finanziari di numerosi progetti. Il taglio annunciato è di circa il 14% rispetto al 2014, ossia 15 miliardi di dollari in meno previsti nel triennio 2015/2017. Inoltre, Rds potrebbe ridurre ulteriormente gli investimenti qualora nel triennio i prezzi del petrolio dovessero rimanere ancorati a questi livelli.
Ricordiamo che attualmente il mercato sconta un rialzo dei prezzi nel prossimo triennio in area 80/90 dollari al barile. Eni stima 70$ nel 2016 e il ritorno a 85-90$ tra tre anni. Secondo la società, la ripresa dei consumi nei paesi non produttori e la riduzione dell’output atteso in USA favorirà il recupero del prezzo del petrolio nel medio termine.
Rds ha assunto in questo contesto un approccio molto prudente rimanendo ancorata e bilanciata fra crescita e attenzione alla redditività. Anche altri attori nel settore stanno prendendo decisioni prudenti sui loro bilanci adeguando alcuni progetti a redditività più basse a causa del calo del petrolio. La francese Vallourec ha annunciato questa mattina di aver svalutato progetti per un valore di 1,2 miliardi di euro adeguandoli al nuovo scenario nell’oil&Gas. Oggi, a Parigi il titolo perde oltre il 5 per cento.
Commento
Nel mercato continuano ad uscire una serie di notizie che rendono sempre più opaco lo scenario nel settore e di conseguenza alimentano il nervosismo degli investitori che agiscono d’impulso; prevale quindi l’emotività. In generale in questi momenti, gli investitori di medio termine come i private equity, trovano le occasioni di investimento migliori sul mercato approfittando del grande valore lasciato dagli investitori “mordi e fuggi” attenti prevalentemente ai propri NAV mensili.
In tutta Europa i titoli del settore sono i più penalizzati, Shell perde il 3,5% e Bp a Londra il 3% anche Repsol e Total perdono oltre i due punti percentuali. La notizia del taglio dagli investimenti di Shell e le svalutazioni annunciate da Valloure impattano negativamente anche i titoli Eni e Saipem a Piazza Affari rispettivamente giù del 2,3 e 3,3 per cento.