La prossima quotazione di Ferrari, attesa per la metà di ottobre, risulterà molto importante in quanto verrà fissato dal mercato il suo valore. Tra le varie ipotesi circolate in queste settimane possiamo comprendere il valore in una forchetta abbastanza larga. Si parte dai 7 miliardi fissati da Marchionne come valutazione minima fino ad arrivare a una valorizzazione massima di 10 miliardi. Ricordiamo che oltre alla potenziale creazione di valore per Fca, la holding della famiglia Agnelli Exor deterrà una partecipazione del 23,6% post quotazione. La variabile relativa alla valorizzazione di Ferrari risulta quindi importante per calcolare il Nav (net asset value) tipico delle holding. In questo articolo abbiamo elaborato entrambe le ipotesi utilizzando i due estremi, partendo prima da una valorizzazione di 7 miliardi e poi da una di 10 miliardi per l’equity di Ferrari. Valutando l’equity di Ferrari a 7 miliardi lo sconto tra il valore di mercato del titolo e il suo nav risulta pari al 18% mentre nel caso in cui la valorizzazione dovesse toccare i massimi di 10 miliardi lo sconto sul nav si attesterebbe al disotto del 24% rimanendo comunque decisamente inferiore alla media storica pari al 35%. A nostro avviso il livello attuale di sconto della capitalizzazione rispetto al nav incorpora già un elevato dinamismo da parte del management e non lascia spazio ad ulteriore apprezzamento del titolo nonostante nel recente passato il livello di sconto abbia toccato livelli inferiori.