EGP – GIÀ AZZERATO L’AVVIAMENTO SULLA GRECIA

Tra le società del settore utility e delle rinnovabili quotate a piazza Affari, il colosso italiano delle rinnovabili è l’unico che ha una presenza in Grecia attraverso la controllata Enel Green Power Hellas. Il bilancio 2014 del gruppo guidato da Francesco Venturni ha già scontato la grave crisi che sta attraversando il Paese del Mediterraneo attraverso la contabilizzazione di 181 milioni di euro relativi all'azzeramento dell'avviamento e a svalutazioni di immobilizzazioni materiali e immateriali entrambe riferite alla controllata ellenica, a cui deve essere aggiunto l’effetto negativo per 89 milioni sulle partecipazioni valutate a equity. Nell’ipotesi di Grexit, l’impatto sul conto economico di Enel Green Power nel 2015 dovrebbe essere assolutamente trascurabile e legato agli effetti della svalutazione della nuova moneta rispetto all’euro sul valore residuo degli asset e sui risultati economici.

In uno scenario di estrema incertezza sulla permanenza della Grecia all’interno dell’Eurozona, Enel Green Power è l’unica società, tra quelle del settore utility e delle rinnovabili quotate a piazza Affari, che ha una presenza – anche se piuttosto limitata rispetto al complesso delle attività dislocate in quattro continenti – sul territorio ellenico. Su una capacità installata netta totale di 9.807 MW al 31 marzo del 2015, il colosso italiano delle rinnovabili deteneva in Grecia 50 impianti con una capacità installata netta di 308 MW distribuita tra eolico (200 MW), solare (88 MW) e idroelettrico (20 MW).

Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel Green Power -
Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel Green Power –

Nel bilancio del 2014, i risultati del gruppo guidato da Francesco Venturini avevano risentito di 181 miliardi di svalutazioni relativi alla controllata Enel Green Power Hellas a causa delle limitate prospettive di crescita e ai provvedimenti presi dal governo greco sul tema degli incentivi alle energie rinnovabili. I vertici di Enel Green Power avevano così ritenuto opportuno provvedere alla revisione dei flussi reddituali futuri e quindi del valore d’uso delle proprie attività nel territorio ellenico. Nel dettaglio, dopo l’impairment test il management aveva azzerato l’avviamento per un ammontare pari a 33 milioni di euro, e poi svalutato le immobilizzazioni materiali per 91 milioni e quelle immateriali per 57 milioni. Sempre nel conto economico dell’intero 2014, l’effetto sulle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto è stato negativo per 89 milioni.

Per quanto riguarda il bilancio dell’anno in corso, l’eventuale uscita della Grecia dall’Eurozona potrebbe avere effetti assolutamente trascurabili dal momento che l’avviamento è già stato azzerato e riguarderebbe gli effetti della svalutazione della nuova moneta rispetto all’euro sul valore residuo degli asset e sui risultati economici. Ricordiamo che nel bilancio 2014, il contributo della Grecia a livello di Ebitda era incluso nella voce Resto d’Europa (che comprendeva anche le attività in Francia, Romania e Bulgaria) all’interno della divisione Europa. In particolare, l’anno scorso il margine operativo lordo dell’insieme delle attività in Resto d’Europa è stato pari a 173 milioni (con una stima ipotizzabile intorno a 50 milioni con riferimento alla sola Grecia), su un totale Ebitda di 1,94 miliardi.