Edison ha registrato nel primo semestre dell’anno in corso, ricavi di vendita pari a 5,6 miliardi, in flessione dell’8,1% su base annua. A pesare sull’aggregato, i ricavi della filiera Energia elettrica, che hanno coperto il 58% del totale ricavi, nonostante la diminuzione del 15% su base annua a causa della riduzione dei prezzi di vendita. La filiera Idrocarburi, invece, ha più che compensato il calo delle quotazioni dei combustibili con l’aumento dei volumi venduti, contribuendo ai ricavi per 2,7 miliardi (+5,1% su base annua).
L’Ebitda si è attestato a 204 milioni, in riduzione del 51,8% rispetto alla prima frazione del 2014. In particolare, il margine operativo lordo della filieraEnergia elettrica è sceso a 203 milioni (-43%) a causa della contrazione dei margini, determinata dal calo dei prezzi di vendita, e della diminuzione dell’idraulicità rispetto ai livelli eccezionali registrati nel primo semestre dello scorso anno. In calo anche l’Ebitda della filiera Idrocarburi, sceso a 42 milioni (-62,7% su base annua) principalmente a causa del crollo dei prezzi petroliferi. L’andamento delle quotazioni del Brent ha inciso sulle attività di Exploration and Production italiane ed estere, dove tuttavia si comincia a registrare il contributo positivo derivante dalla revisione al rialzo del prezzo di vendita del gas ottenuta in Egitto.
Il balzo della voce ammortamenti e perdite di valore provocato dai maggiori ammortamenti legati principalmente ai costi di esplorazione, prevalentemente in Norvegia, e dall’effetto negativo del fair value relativo all’attività di hedging delle commodity, particolarmente positivo nel mo semestre dello scorso anno (-48 milioni rispetto a +157 milioni del primo semestre 2014), ha poi generato la perdita a livello di Ebit, posizionatosi a -155 milioni.
Il risultato ante-imposte è rimasto negativo per 152 milioni, bilanciato parzialmente dal miglioramento degli oneri finanziari netti, in conseguenza di utili netti su cambi e di un minor livello di debito, peraltro meno oneroso. A livello di ultima riga del conto economico, il gruppo guidato da Bruno Lescoeur ha registrato nella prima frazione del 2015 una perdita netta di 207 milioni rispetto a un utile di 116 milioni nel primo semestre del 2014, anche a causa dell’impatto negativo, pari a 68 milioni, di una componente fiscale non ricorrente determinato dalla dichiarazione di incostituzionalità della Robin Hood Tax, parzialmente mitigato dalla riduzione dell’aliquota fiscale indotta dal 2015 da tale determinazione.
Sul fronte dello stato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2015 ha registrato un miglioramento del 4,9% rispetto al 31 dicembre 2014. La diminuzione deriva essenzialmente dalla riduzione del capitale circolante operativo in un contesto di crescita degli investimenti, in particolar modo nel settore E&P. Gli investimenti totali sono stati pari a 261 milioni, in crescita del 141,7% su base annua. Si ricorda che nel mese di marzo è scaduta l’emissione obbligazionaria di 500 milioni emessa nel 2010, rimborsata attraverso le disponibilità liquide della società.