Nell’attesa che il governo italiano definisca nella prossima Legge di Stabilità i nuovi incentivi finalizzati ad accelerare il processo di consolidamento nel settore dei servizi pubblici, riducendo così drasticamente il numero delle aziende controllate dagli enti locali, le principali ex-municipalizzate quotate a piazza Affari sembrano già pronte a svolgere un ruolo da protagoniste. Nei mesi scorsi realtà del calibro di A2A, Hera, Iren e Acea hanno avviato trattative con multi-utility non quotate di piccole-medie dimensioni e/o con aziende private attive su base regionale che attualmente sono a uno stadio più o meno avanzato. Ricordiamo che l’esecutivo guidato da Matteo Renzi già nella Legge di Stabilità approvata alla fine dello scorso anno aveva introdotto delle norme che contenevano una serie di strumenti per favorire le aggregazioni nel settore delle municipalizzate. Alla prova dei fatti, questi strumenti si sono finora rilevati poco efficaci, anche perché non prevedono alcuna sanzione per gli enti locali che non procedono nei tempi previsti, senza dimenticare che scadranno il prossimo 31 dicembre del 2015.

Tra le principali società quotate attive nei servizi pubblici locali, A2A sembra la più vicina a portare a casa un risultato importante nelle prossime settimane. Il gruppo guidato da Luca Valerio Camerano è nel pieno della trattativa con i vertici della multi-utility non quotata Linea group holding (Lgh), che annovera tra i principali azionisti i comuni di Cremona, Lodi, Rovato, Pavia e Crema. Trattativa che è iniziata ufficialmente lo scorso giugno e che è stata prorogata fino al prossimo 6 novembre. In caso di esito positivo delle negoziazioni, A2A dovrebbe rilevare il 51% di Lgh che, secondo alcune indiscrezioni di stampa, potrebbe avere un valore di circa 130 milioni. L’integrazione tra i due gruppi, attivi in territori geograficamente contigui, consentirebbe di generare importanti sinergie di costi soprattutto nel ramo ambiente e nelle attività di vendita e di distribuzione di elettricità e gas. L’operazione rappresenterebbe poi, in linea con le indicazioni contenute nell’ultimo piano industriale, il primo passo per consentire ad A2A di assumere il ruolo di polo aggregatore del settore in Lombardia, anche alla luce della sua partecipazione del 21,9% in Acsm-Agam, l’utility di Como e Monza.
Ben posizionata sul fronte dell’M&A anche Hera che, secondo la stampa, sta valutando l’acquisizione delle attività localizzate in Veneto di Geo Nova, società con sede a Treviso e attiva nello smaltimento dei rifiuti, che potrebbe essere rilevata per circa 50 milioni. A oggi il gruppo guidato da Tomaso Tommasi di Vignano non ha confermato l’operazione, ma, alla luce dell’obiettivo di 75 milioni di Ebitda da nuove acquisizioni indicato nell’ultimo piano industriale al 2018, la notizia non sembra essere priva di fondamento.

Nel caso di Iren la partecipata al 40% Atena, multi-utility non quotata controllata al 60% dal comune di Vercelli, ha proposto un aumento di capitale da 50 milioni per sostenere la partecipazione alla gara relativa alla concessione per il servizio di distribuzione del gas, ma anche un piano di investimenti nel settore dei servizi idrici e nel business dei rifiuti. Sottoscrivendo l’aumento di capitale, il gruppo guidato da Massimiliano Bianco potrebbe superare il 50% del capitale, acquisendo il controllo della società. L’interesse per Atena è stato confermato dallo stesso presidente di Iren Francesco Profumo nelle scorse settimane. Ricordiamo che Atena ha archiviato il 2014 con un Ebitda di 12 milioni, un utile netto di 4,6 milioni e non ha debiti finanziari. Nel mirino di Iren anche Amiu, attiva nel territorio del comune di Genova nel settore dei rifiuti. L’interesse del gruppo guidato da Bianco per Amiu è legato alla decisione della giunta della città della Lanterna di mettere all’asta il 49% della società che nel 2013 (ultimo bilancio disponibile) ha registrato un Ebitda di 23 milioni, un utile netto di 0,6 milioni e un indebitamento finanziario netto al 31 dicembre del 2013 pari a 70 milioni. Inoltre, il gruppo controllato al 100% dal comune di Genova ha allo studio la costruzione di nuovo Waste-to-energy proprio nella città della Lanterna, considerando che attualmente una parte dei rifiuti del capoluogo ligure vengono trattati nell’impianto Wte di Piacenza, di proprietà di Iren.
Di fronte all’attivismo delle sue dirette concorrenti anche i vertici di Acea hanno confermato nella giornata di oggi di essere al lavoro per realizzare acquisizioni/aggregazioni, in particolare nell’Italia del Sud. Nel dettaglio il presidente di Acea, Catia Tomasetti, ha sottolineato la necessità di introdurre degli strumenti normativi che spingano i comuni azionisti delle municipalizzate non quotate a scendere al di sotto del 51% del capitale. La multi-utility romana potrebbe avere un ruolo da protagonista nell’aggregare piccole e medie società fornitrici di servizi idrici, in virtù della sua leadership sul settore.