Il gruppo nel quarto trimestre del 2015 riporta una flessione dei giro d’affari del 10,9% a/a, che si fissa a 152,9 milioni. Tale contrazione è attribuibile principalmente al calo della domanda di macchine agricole e movimento terra, che ha influenzato gli ultimi mesi dello scorso anno.
Il gruppo ha reagito alla contrazione della domanda con un intervento sul costo del personale che è calato del 6,14 per cento. A livello operativo viene contabilizzato un provento non ricorrente di 27 milioni di euro. Ciò si è riflesso in un aumento del margine lordo, con l’Ebitda che si è attestato a 36,1 milioni, contro i 12 milioni del periodo di confronto. Al netto del provento suddetto l’Ebitda sarebbe stato di 9,1 milioni. Gli ammortamenti, al netto delle svalutazioni straordinarie stimate a 19,7 milioni, si sono attestati a 5,5 milioni, portando ad un risultato operativo positivo per 10,9 milioni, un dato che si raffronta con un Ebit di 4,9 milioni nel pari periodo del 2014.
La gestione finanziaria ha apportato proventi netti per 15,4 milioni che, insieme alla contabilizzazione di costi di ristrutturazione non ricorrenti per 7,3 milioni, consentono al gruppo di chiudere il conto economico con un utile di 1,34 milioni, dando continuità al trend dell’anno precedente, soggetto ad un forte elemento di stagionalità.
Dal lato patrimoniale aumenta l’indebitamento finanziario netto di 17,2 milioni rispetto all’anno precedente, portandosi a 246 milioni. L’attività caratteristica ha liberato risorse monetarie per 31,5 milioni portando il capitale circolante netto da negativo a positivo, per 4,4 milioni.
Il gruppo ha beneficiato di un cash flow complessivo pari a 37,7 milioni, principalmente generato dall’attività di disinvestimento di un asset non strategico: la società tedesca O&KA e un ramo della divisione industriale Carraro Argentina che, secondo quando riportato dalle fonti societarie, hanno apportato liquidità per 37 milioni.
Infine, ricordiamo che il Cda ha varato il Nuovo Piano 2016-19, aspettandosi per il prossimo triennio importanti ritorni dalle riorganizzazioni e riallineamenti messi in atto nel 2015, nonostante le previsioni circa la ripartenza della domanda nei principali mercati restino critiche.