TBS GROUP – EBITDA IN CALO MA UTILE DEI SOCI IN AUMENTO

TBS Group chiude il 2015 con Ricavi consolidati a 232,6 milioni (+1,8%), Ebitda a 23 milioni (-4,2%) e un Risultato netto di competenza dei Soci di 2,4 milioni (+27,1%). Il calo dell’Ebitda è stato più che compensato dalla diminuzione degli oneri finanziari netti e delle imposte. L’Indebitamento finanziario netto è passato da 63 a 86,6 milioni principalmente in seguito all’acquisto di Crimo France e del 51% della Ing. Burgatti.

TBS Group, che progetta e gestisce servizi in outsourcing di ingegneria clinica e di ICT, soluzioni integrate di e-Health ed e-Government e sistemi di apparecchiature mediche per la gestione e l’utilizzo delle tecnologie biomediche ed informatiche nelle strutture sociosanitarie, sia pubbliche che private, in Italia e all’estero, archivia il 2015 con ricavi consolidati pari a 232,6 milioni, con un incremento dell’1,8% rispetto al 2014. Nel dettaglio, comprendendo anche gli altri proventi, la linea di business Dispositivi medici e Sistemi ICT passa dai 196,8 milioni del 2014 ai 199,8 milioni del 2015, con un aumento dell’1,5% ed una percentuale sul totale dei ricavi pari all’85,4%, contro l’85,7%. La business unit Soluzioni integrate di e-Health ed e-Government cresce dai 32,7 milioni de 2014 ai 34,1 milioni del 2015, con una variazione positiva del 4,1% ed una quota sul totale dei ricavi che sale dal 14,3% al 14,6%. L’analisi per area geografica conferma l’Europa quale principale mercato del gruppo: l’Italia rappresenta il 68,8% del fatturato, contro il 68,3%, mentre gli altri Paesi europei il 29,3%, contro il 26,6%. L’incidenza dei Paesi extra-europei cala dal 5,1% all’1,9% a causa del diminuito apporto delle gare internazionali di fornitura. L’Ebitda si attesta a 23 milioni, in calo del 4,2% rispetto ai 24 milioni del 2014 per la riduzione dei prezzi dei servizi offerti ai clienti collegata alle politiche della spending review, per il mancato contributo della linea di business delle gare internazionali di fornitura di apparecchiature biomediche dovuto al ritardo nell’attivazione da parte dell’appaltante di contratti già aggiudicati e per il rinvio al 2016, a causa di ricorsi da parte della concorrenza, dell’attivazione di alcuni contratti già aggiudicati in Italia. Da rilevare, inoltre, che l’Ebitda sconta anche oneri non ricorrenti per più di 1,5 milioni collegati in buona parte alle operazioni di fusioni societarie (Tesan in EBM, Delta X in TBS Imaging) ed alle nuove acquisizioni (Ing. Burgatti e Crimo France). Gli oneri finanziari netti si sono ridotti da 6,6 a 5,6 milioni per il rimborso anticipato del prestito obbligazionario, la minore onerosità delle operazioni pro-soluto, oltre che le migliori condizioni ottenute dal sistema bancario. Questo nonostante un debito complessivo medio più alto dell’esercizio precedente per 18,8 milioni. La gestione finanziaria ha assorbito il 51,4% dell’Ebit, contro il 49,8% dell’esercizio precedente. La diminuzione delle imposte sul reddito, che passano da 4,5 a 2,9 milioni, è dovuta per la maggior parte all’effetto della riduzione dell’IRAP determinata dalla deduzione integrale del costo del lavoro per i dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato. Il calo dell’Ebitda è stato quindi più che compensato dalla diminuzione degli oneri finanziari netti e delle imposte; questo ha generato un risultato netto di competenza dei Soci positivo per 2,4 milioni, con un miglioramento del 27,1% rispetto al 2014, anche grazie al risultato positivo di 0,6 milioni delle attività vendute.

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L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2015 è pari a 86,6 milioni, con un incremento di 23,7 milioni rispetto ai 63 milioni di fine 2014. L’aumento è principalmente dovuto ai pagamenti dell’operazione di acquisto di Crimo France e del 51% della Ing. Burgatti integrata dalla valorizzazione della relativa put&call prevista dal contratto e dall’incorporazione del debito finanziario della società stessa. Il rapporto Net debt/Equity è salito da 1,2 a 1,6 volte. Il rilevante incremento del capitale circolante netto, pari a 14,3 milioni, è riconducibile alla normativa sullo “split payment”, che ha significativamente inciso sulle altre passività correnti.

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