Nel primo trimestre il fatturato del gruppo è stato di 30,9 milioni, inferiore del 17,7% rispetto al dato del pari periodo dell’anno precedente che era stato particolarmente brillante, godendo di una situazione più favorevole dei mercati. A livello di aree di sbocco, le flessioni più marcate sono state rilevate nelle regioni dove la congiuntura economica è stata maggiormente presente. Nel dettaglio, i ricavi in SudAmerica sono scesi del 19,7% a/a, in Medio Oriente e Africa del -55,4% e nell’area Apac del 16,6%.
Anche in Italia, che rimane il mercato di riferimento, si è registrata una contrazione del 5,8 per cento. E’ doveroso ricordare, però, che nonostante la contrazione del fatturato, Sabaf ha mantenuto inalterate le proprie quote di mercato. Unica nota positiva il mercato NordAmericano, dove le vendite sono aumentate del 16,5%, a 2,5 milioni.
A livello divisionale, la maggior caduta è stata registrata dalle vendite di rubinetti in ottone (-44,2% a/a), mentre il core business, quello dei bruciatori semplici, ha riportato un calo dell’11,1 per cento. Salgono, invece, i ricavi della divisione cerniere che si sono fissati a 2 milioni (+3,4% a/a).
La contrazione dei volumi si è riflessa sulla redditività: l’Ebitda scende a 5,6 milioni, mantenendosi comunque sui livelli già visti in chiusura dell’esercizio precedente. L’Ebit risulta dimezzato a 2,5 milioni, portando il relativo margine (Ros) al 7,9 per cento. La bottom line rileva un utile di 1,6 milioni, anch’esso dimezzato rispetto al risultato del pari periodo 2015.
A livello patrimoniale, rispetto al datao di fine anno 2015 l’indebitamento finanziario netto si riduce a 24,6 milioni, grazie ad un’attenta gestione del circolante che ha generato risorse monetarie per 1,4 milioni.
Il contributo della gestione operativa alla generazione di cassa rimane positivo ed in linea con il periodo di confronto (5,9 milioni), ma aumentano gli investimenti, che hanno assorbito 4,2 milioni e sono stati destinati all’ampliamento degli impianti situati in Turchia e Brasile.