VARD – CESSAZIONE DI UN CONTRATTO CON REM OFFSHORE

Vard, la controllata di Fincantieri, ha reso noto di aver accettato la risoluzione di un contratto per una nave off-shore per il cliente REM Offshore ASA. L’accordo di risoluzione fa parte di un accordo di ristrutturazione tra REM e i diversi creditori e la società norvegese riceverà il 4% delle azioni di REM post-ristrutturazione. Notizia che evidenzia quanto sia ancora bassa la visibilità per gli operatori del settore che Vard sta affrontando diversificando in altri settori e razionalizzando i costi.

Il Cda di Vard Holdings ha comunicato di aver accettato, in linea di principio, la risoluzione del contrato di costruzione navale con Rem Offshore ASA, in cambio di un compenso. Ricordiamo che il contratto prevedeva la costruzione di una nave Offshore Construction and Anchor Handling.

Il contratto era stato stipulato nel giugno del 2014, quindi proprio a ridosso dell’inizio della crisi petrolifera, e la consegna inizialmente doveva avvenire nel primo trimestre del 2016. Consegna che è era stata già rinviata al 1° trimestre 2018 e la nave rimane nella fase iniziale della costruzione. L’accordo di risoluzione del contratto navale fa parte di un piano di ristrutturazione concordato tra Rem e i creditori bancari, obbligazionisti e principali stakeholder. Come compensazione per la cessione del contratto Vard riceverà azioni pari al 4% del capitale REM post ristrutturazione. Alle quotazioni attuali il 4% del capitale ammonterebbe a circa 1,4 milioni. L’Efficacia della terminazione è contingente all’approvazione del piano di ristrutturazione. Vard sta attualmente valutando l’impatto finanziario che sarà comunicato con i risultati del semestre.

 

Commento

La coda lunga della crisi petrolifera continua a tenere sotto pressione l’intero settore con ovvie ripercussioni soprattutto per tutte quelle società, come Vard, legate agli investimenti nel comparto oil&gas. Ragion per cui Vard col nuovo piano industriale ha avviato una profonda opera di diversificazione in altri settori, dalle navi da crociera ai mercati eolici, all’acquacoltura in mare aperto, potendo beneficiare del know how proprio e di quello della controllante Fincantieri.