Utility – Il Tar blocca il rincaro delle bollette luce previsto nel 3° trim. 2016

La giustizia amministrativa della Lombardia ha congelato l’aumento del 4,3% delle tariffe elettriche deciso dall'Authority per il periodo luglio-settembre dell’anno in corso. Il rincaro era stato stabilito a causa della forte crescita dei costi di dispacciamento dovuta alle anomale strategie di alcuni operatori sul mercato. Nel frattempo, l’Autorità presieduta da Bortoni punta a chiedere la revoca del provvedimento del Tar di Milano, mentre il governo italiano vuole far chiarezza sulle dinamiche anomale del mercato del dispacciamento. Eventuali interventi su questo mercato potrebbero limare i margini di gruppi italiani quotati attivi nella generazione tradizionale, come Enel, Edison, A2A e Iren che già devono far fronte alla debolezza dei prezzi dell’energia elettrica sulle negoziazioni all'ingrosso.

Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia ha accolto il ricorso del Codacons, sospendendo in via cautelare l’aumento delle tariffe elettriche disposto dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) lo scorso 28 giugno in relazione al periodo luglio-settembre 2016 [UTILITY – BOLLETTE IN AUMENTO NEL 3° TRIM. 2016: +4,3% LUCE E +1,9% GAS].

L’aumento fissato dall’Authority (dopo le riduzioni su base congiunturale registrata nei due trimestri precedenti) è dovuto soprattutto alla significativa crescita dei costi sul  Mercato dei servizi di dispacciamento (Msd), cioè degli oneri sostenuti da Terna (il gestore nazionale della rete di trasporto dell’elettricità) per il mantenimento in equilibrio del sistema elettrico. Negli scorsi mesi sono emerse una serie di criticità in alcune aree del Paese, riconducibili alle strategie anomale adottate da diversi operatori sul mercato all’ingrosso dell’energia elettrica, che hanno portato ad un rilevante aggravio di costi.

L’Aeegsi ritiene che sussistano i presupposti per proporre, attraverso l’Avvocatura dello Stato, immediata istanza di revoca del decreto del Tar e nel frattempo anche il Ministero dello Sviluppo Economico si è fatto avanti chiedendo di fare al più presto chiarezza sui possibili comportamenti speculativi che hanno portato all’aumento dei costi di dispacciamento.

L’udienza per la trattazione collegiale dell’istanza cautelare è ora fissata per il 15 settembre.

Commento –

Il provvedimento dei giudici amministrativi di Milano potrebbe avere l’effetto di limitare ulteriormente i margini dei maggiori produttori di energia elettrica da fonti tradizionali quotati a piazza Affari, come Enel, Edison, A2A e Iren. Senza dimenticare che a pesare sui margini della generazione elettrica ci sono già i bassi prezzi sul mercato all’ingrosso. A tal proposito, proprio questa settimana l’agenzia Moody’s ha stimato che fino al 2021 i prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso in Italia oscilleranno fra i 35 e i 40 EUR/MWh, un livello molto basso rispetto agli anni precedenti (52,31 EUR/MWh nel 2015). Gli analisti di Moody’s sottolineano che alcuni operatori potrebbero compensare parzialmente l’effetto negativo dei deboli prezzi dell’elettricità con le vendite realizzabili sul Msd, che l’anno scorso ha registrato un giro d’affari di 1,3 miliardi e che secondo l’agenzia di rating dovrebbe mantenere queste dimensioni anche nei prossimi anni, in assenza di provvedimenti legislativi/regolamentari.