Mercati – In forte calo appesantiti dai bancari

Inizio di settimana negativo per le borse europee in attesa di possibili spunti sulle prossime mosse della Bce dall’audizione trimestrale di Mario Draghi alla Commissione affari economici e monetari del parlamento europeo, prevista questo pomeriggio alle 16:00.

Intorno alle 12:00 a Milano il Ftse Mib cede l’1,9%, a Parigi il Cac 40 l’1,8%, a Francoforte il Dax l’1,6%, a Madrid l’Ibex 35 l’1,5% e a Londra il Ftse 100 l’1,2 per cento.

Non riesce a scaldare il listini continentali neanche l’indice Ifo, che determina il sentiment e le condizioni nel settore aziendale della zona euro, risultato a settembre in netto miglioramento, portandosi a 109,5 contro il 106,4 atteso.

Ad appesantire i mercati il ribasso dei titoli bancari, penalizzati dal crollo di Deutsche Bank che ha toccato in mattinata il minimo storico a 10,63 euro. A scatenare le vendite di oggi, sarebbe stata una dichiarazione di Angela Merkel che avrebbe escluso un intervento statale per aiutare l’istituto di credito alle prese con la richiesta da parte delle autorità statunitensi di una multa da 14 miliardi di dollari relativa al contenzioso sui mutui subprime.

Una cifra che il gruppo tedesco non sarebbe in grado di sostenere e che richiederebbe un aumento di capitale, anche se i legali puntano a un patteggiamento che porterebbe il versamento di una cifra consistentemente inferiore.

Tornando a Piazza Affari, si segnalano i seguenti titoli:

UBI (-2,1%): l’istituto è al centro di rumor che lo vedono coinvolto nell’acquisto delle diverse banche in difficoltà. Il nome della banca bergamasca ricorre in occasione della cessione delle 4 good bank, la cui vendita sarebbe dovuta arrivare entro il 30 settembre, ma per le quali oltre l’interessamento di Bper per Banca Etruria non ci sono offerte concrete. Ma il nome di Ubi ricorre anche quando di pensa a una soluzione per il Mps, in caso non riesca l’aumento di capitale.

BPM (-1,7%)/ BANCO POPOLARE (-2%): i due istituti hanno avviato un processo di fusione strategica in linea con quelle che paiono le esigenze di razionalizzazione del settore. Proprio recentemente BPM ha concluso un accordo con i dipendenti per il welfare integrativo che dovrebbe servire a convincere anche i più dubbiosi a votare favorevolmente al progetto di fusione.

UNICREDIT (-3,3%): la banca è alle prese con un piano di dismissioni che prevede la cessione della società di asset management Pioneer e la quota nella banca polacca Pekao. Il tutto per poter ridurre l’ammontare dell’aumento di capitale necessario a rafforzare il livello di CET 1 dell’istituto.

MPS (+4,5%): in controtendenza rispetto al settore bancario sull’onda di diverse notizie, dall’interesse per l’istituto da parte dei fondi del Qatar, disposti a fornire 1 dei 5 miliardi richiesti per l’aumento di capitale, alle dichiarazioni della commissaria Ue per la concorrenza, Margrethe Vestager, secondo la quale un aiuto statale all’istituto non farebbe automaticamente scattare il bail-in. In data odierna, inoltre, si terrà il primo Cda dell’era Morelli.

RECORDATI(+2,3%): contro corrente a Piazza Affari sulla scia di indiscrezioni stampa secondo cui le cinesi Shanghai Fosun Pharmaceutical Group e Luye Pharma sarebbero interessate al gruppo italiano.

MEDIASET (-1,7%): prosegue la saga Premium con Vivendi che starebbe valutando un’offerta alternativa a Mediaset per la sua pay-tv entro la fine della prossima settimana, nel tentativo di porre fine al contenzioso legale in corso da luglio tra i due gruppi.

SNAM (-0,3%): attesa a metà novembre la quotazione di Italgas, che potrebbe avere una market cap di 3,5-4 miliardi.

Male il settore oil&gas, con SAIPEM che cede il 5 per cento.

Sull’obbligazionario il bund rende il -0,1% mentre il Btp l’1,219%, portando lo spread a 132 basis point.

Tra le commodities salgono le quotazioni del petrolio in attesa del meeting Opec per il congelamento della produzione di questa settimana. Wti e Brent si attestano rispettivamente a 44,8 e 46,3 dollari al barile. Stabile l’oro a 1.337 dollari l’oncia.

Sul fronte della valute, infine, in lieve rialzo l’EUR/USD a 1,124, mentre lo yen si rafforza su moneta unica (EUR/JPY a 112,9) e biglietto verde (USD/JPY a 100,5).