I conti semestrali del gruppo guidato da Gabriele Del Torchio presentano tutti gli indicatori economici e finanziari negativi. I ricavi calano dell’8,2 per cento, l’Ebitda adjusted segna un rosso di 19,7 milioni, l’Ebit presenta una perdita di oltre 36 milioni, portando il deficit finale vicino ai 50 milioni. Il patrimonio netto crolla a 28,2 milioni, bruciando 59 milioni nei sei mesi. Necessaria una ricapitalizzazione per garantire la continuità aziendale.
Il Gruppo 24 Ore ha presentato i risultati del primo semestre 2016 chiuso con ricavi consolidati per 151,8 milioni, in calo dell’8,2% rispetto all’analogo periodo del 2015 (-13,4milioni). Una variazione attribuibile per 6,6 milioni al deconsolidamento delle controllate Newton, per 3,3 milioni al calo della raccolta pubblicitaria e per 2 milioni ai minori ricavi dell’area cultura.
Relativamente ai ricavi diffusionali del quotidiano (cartacei + digitale), i risultati sono in linea con quelli del primo semestre 2015, con una crescita di 2,2 milioni dei ricavi da contenuto digitale informativo del quotidiano e dei quotidiani verticali (+18,7%).
La contrazione dei ricavi e la contabilizzazione di oneri non ricorrenti per 8,7 milioni, hanno in gran parte determinato il rosso di 19,7 milioni a livello di Ebitda adjusted (+16,9 milioni). Un risultato che spinge oltre i 36 milioni la perdita della gestione operativa (era di 10,3 milioni nel 1° sem. 2015), che risente tra l’altro di componenti straordinari negativi per 14,8 milioni.
Il deficit risulta poi ulteriormente appesantito dalla svalutazione di imposte anticipate per 10,4 milioni, che hanno attestato a 49,8 milioni la perdita finale, a fronte degli 11,7 milioni dell’analogo periodo del 2015 (rideterminato). Al netto degli oneri non ricorrenti la gestione in esame avrebbe chiuso con un risultato negativo di 23,6 milioni.
A fine giugno scorso il gruppo presentava un indebitamento finanziario netto pari a 29,6 milioni, in calo rispetto ai 33,9 milioni del saldo rideterminato al 31 dicembre 2015, grazie all’incasso anticipato del vendor loan (finanziamento del venditore) pari a 24,5 milioni di euro.
Si rileva che al 30 giugno 2016 il gruppo non ha rispettato i covenants fissati con le banche finanziatrici. A fine settembre le banche hanno confermato la loro disponibilità ad effettuare un incontro per ridefinire la struttura del finanziamento con riferimento al piano industriale che il board approverà nel corso del mese di ottobre.
Il Patrimonio Netto alla fine del mese di giugno era pari a 28,2 milioni, con una diminuzione di 59 milioni rispetto al 31 dicembre 2015.
Alla luce dei suddetti risultati “si sono rese necessarie valutazioni da parte degli amministratori in merito alla sussistenza del presupposto di continuità aziendale”. A tale proposito l’azionista di maggioranza, Confindustria, ha dichiarato la propria disponibilità ad effettuare una ricapitalizzazione.