Aumentano le perdite sulle principali piazze europee, penalizzate anche dall’apertura debole di Wall Street.
Intorno alle 16:00, il Ftse Mib di Milano cede l’1,1%, l’Ibex 35 di Madrid lo 0,9%, il Dax di Francoforte lo 0,8%, il Cac 40 di Parigi lo 0,9% e il Ftse 100 di Londra lo 0,6 per cento.
In particolare, a pesare su Milano è arrivata la comunicazione dalla Commissione europea che la manovra 2017 dell’Italia rischia di sforare i vincoli di bilancio europei. Roma è stata inserita nella lista di Paesi rimandati ad un’analisi più approfondita a gennaio 2017.
Analoga situazione per la Spagna, mentre la Francia nonostante abbia presentato un bilancio conforme ai vincoli europei necessita di aumentare gli sforzi sul fronte fiscale.
Intanto il rendimento del Btp si mantiene sopra al 2% a 2,025%, mentre il Bund rende lo 0,309%, con lo spread in area 172 punti base.
Sul fronte macro, dopo i dati peggiori delle attese sul mercato del lavoro Uk, che hanno mostrato in particolare un aumento ad ottobre delle richieste di sussidi di disoccupazione a 9.800 unità contro le 2 mila del consensus, hanno deluso anche i dati Usa.
In particolare, l’indice dei prezzi alla produzione e la produzione industriale di ottobre non hanno registrato alcuna crescita, contro le attese di un +0,3% per entrambi.
Dati che comunque non hanno rallentato la corsa del dollaro, con l’EUR/USD che scende sotto quota 1,07 e l’USD/JPY che si attesta a 109,3.
Tra le materie prime, il petrolio è in calo con Brent e Wti che scendono rispettivamente a 46,5 e 45,3 dollari al barile in attesa dei dati settimanali diffusi dall’Eia questo pomeriggio. Intanto ieri le preliminari dell’Api hanno mostrato un incremento delle scorte di greggio Usa molto superiori alle attese di 3,65 milioni di barili. Alcune indiscrezioni riportano, inoltre, che dopo la decisione del ministro del petrolio iracheno, anche il suo corrispettivo iraniano ha dichiarato che non intende partecipare all’incontro che si terrà venerdì a Doha tra i membri dei paesi Opec.
Tornando a Piazza Affari, il Ftse Mib è appesantito in particolare dal comparto bancario con BPM (-4,5%), BP (-4,4%), INTESA (-2,2%) ed UNICREDIT(-3,7%). In controtendenza invece FCA (+2%) e YOOX (+2,4%). Si segnalano inoltre:
MPS (-0,7%): i vertici dell’istituto senese, al termine del road show sviluppatosi soprattutto in negli Usa e in Qatar, avrebbero raccolto la sottoscrizione di accordi di riservatezza da parte di dieci investitori interessati a partecipare all’operazione di aumento di capitale. Cresce dunque l’ottimismo circa il buon esito della trattativa, anche alla luce dell’interesse preliminare della Qatar Investment Authority che starebbe studiando un investimento da 1,5 miliardi. Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, GENERALI (-1,5%), che possiede bond subordinati di Mps per un ammontare pari a circa 400 milioni di euro, starebbe valutando l’eventuale adesione al piano di conversione in azioni di tali bond.
UNIPOL (-0,5%): L’Ivass, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ha congelato la quota del 13,5% che Holmo possiede in Finsoe, la holding posseduta dalle cooperative che attualmente detiene il 31,4% di Unipol Gruppo Finanziario.
FERRAGAMO (-3,2%): il titolo perde ancora terreno in seguito alla diffusione di risultati trimestrali inferiori alle attese. Oggi, inoltre, Goldman Sachs ha abbassato il target price da 22,8 a 20,6 euro.
Fuori dal listino principale:
TREVI (-10,8%): continuano le vendite in seguito alla diffusione dei risultati trimestrali. Sui conti ha pesato in particolare la forte contrazione del business Oil&Gas, che ha costretto il management a effettuare accantonamenti per svalutazioni nel trimestre per circa 16 milioni.