Mercati Usa – Si preannuncia una partenza con il botto nel 2017

I futures sull’azionario Usa scambiano in rialzo di oltre mezzo punto percentuale facendo presagire una seduta all’insegna degli acquisti che potrebbe tentare di recuperare le perdite delle ultime quattro sedute del 2016 anche approfittando dell’ottimo andamento dei mercati europei.

Il calendario dei appuntamenti macro di oggi prevede la rilevazione finale del PMI manifatturiero di dicembre stilato da Markit, l’indice ISM manifatturiero di dicembre e la spesa in costruzioni a novembre.

Intanto, durante tutta la mattinata, il dollaro ha recuperato qualche posizione nei confronti dello yen e dell’euro, con i cambi EUR/USD e USD/JPY rispettivamente a 1,039 e 118,2.

Sul versante commodities, nel primo giorno di negoziazioni del 2017 il petrolio tocca i massimi di 18 mesi sull’auspicio che l’accordo tra i paesi Opec e non Opec per i tagli alla produzione, efficace dall’1 gennaio, possa frenare l’eccesso di offerta. Nel dettaglio, il Wti sale a 55,1 dollari al barile. Il Brent è in salita a 58,2 dollari al barile. Secondo molti operatori, inoltre, le quotazioni del petrolio dovrebbero raggiungere i 60 dollari nel 2017, prima che la forza del dollaro interrompa il rally rialzista.

Per quanto riguarda l’azionario, tra i titoli in evidenza si segnalano:

ALPHABET: La multinazionale italiana e Google collaboreranno per integrare il sistema Uconnect di prossima generazione con la piattaforma open-source sviluppata da Android.

AT&T: dopo che il governo argentino ha deciso di allentare la regolamentazione del settore potrà offrire nel paese anche servizi via internet attraverso la tv satellitare Direct Tv.

TWITTER: durante il weekend il direttore generale del distaccamento in Cina, Kathy Chen, ha annunciato le dimissioni.

INTEL: ha chiesto il permesso all’antitrust tedesco per acquistare una quota in Here, impresa in comproprietà delle aziende automobilistiche tedesche Audi, BMW e Daimler specializzata in mappe digitali.

GENERAL MOTORS: ieri il presidente Donald Trump ha minacciato di imporre una “big border tax” sul gigante automobilistico se non sposta nuovamente la propria produzione negli Stati Uniti.