Nello scorso anno la domanda di gas in Italia si è attestata a 70,4 miliardi di metri cubi di gas, in aumento del 5,2% rispetto ai 66,9 miliardi di m3 registrati nel 2015.
Nel dettaglio, la maggior crescita dei prelievi è ascrivibile alla domanda di gas delle centrali termoelettriche, aumentata del 12,4% su base annua a 23,3 miliardi di m3. Un incremento imputabile non solo al maggior export di energia elettrica verso la Francia, dove lo scorso 19 settembre l’Autorità per la sicurezza nucleare ha disposto il fermo di ben 21 su 58 reattori nucleari di EDF, ma anche al calo in Italia sia della produzione delle centrali idroelettriche sia delle importazioni di energia elettrica (entrambe -10,7% a/a nel periodo gennaio-novembre 2016).
Nel 2016 anche i consumi industriali risultano in progresso del 4,8% rispetto al 2015 a 13,4 miliardi m3. In lieve calo (-0,3% a/a) a 31,4 miliardi m3, invece, la richiesta del settore civile. Si segnala, infine, che le esportazioni, le riconsegne ad altre reti di trasporto e i consumi di sistema, che nel 2016 hanno pesato complessivamente per circa 2,3 miliardi m3, segnano un aumento del 19,6% su base annua.
COMMENTO
L’incremento dei consumi di gas è una notizia positiva per le società maggiormente esposte alla vendita di gas naturale in Italia: nell’ordine, per quota di mercato nel 2015 fra quelle quotate alla Borsa di Milano, troviamo Eni (23,5%), Enel (10,6%), Edison (10,4%), Iren (4,1%), Hera (3,1%), A2A (1,9%) e Ascopiave (0,9%).