Chiudono in recupero gli indici azionari, dopo aver registrato una buona partenza ed un successivo indebolimento. Dinamica condizionata probabilmente dalle numerose e controverse dichiarazioni di Trump, che hanno un certo impatto su alcuni settori dell’economia domestica, ma anche dall’inversione del trend del prezzo del greggio, che prima tocca i 55 dollari e poi sprofonda fino a $52.4, in ribasso del 2,4 per cento.
Alla buona partenza aveva contribuito anche l’ottimo andamento dell’indice manifatturiero (ISM) che a dicembre balza a 54.3 punti, massimo da ventuno mesi.
Il guadagno dei listini si aggira tra lo 0,60 e lo 0,80% per i quattro indici principali, mentre sprofonda il VIX che cede oltre otto punti percentuali e si inabissa al di sotto dei tredici punti.
Nel primo pomeriggio, il dollaro era salito ai massimi dal dicembre 2002, trascinando yen e moneta unica a nuovi minimi di periodo e contribuendo all’impennata sporadica del greggio.
Infine, continua la polemica tra il neo eletto presidente Trump e l’industria automobilistica domestica ed in particolare nei confronti di General Motors, accusata di non essere sufficientemente protezionistica e di continuare a produrre nuove vetture in Messico.
Al contrario, Ford ha rinunciato volontariamente ad un nuovo investimento nel Paese centro americano per 1,6 miliardi di dollari per sostenere la vocazione nazionalista del prossimo inquilino della Casa Bianca.