In termini borsistici il 2016 rappresenta un anno da dimenticare per il comparto nazionale della moda. Il Ftse Italia moda, prodotti per la casa e per la persona ha infatti riportato una perdita superiore al 10 per cento, sottoperformando di oltre 20 punti percentuali l’Euro Stoxx di riferimento, in crescita dell’11,6 per cento.
Un andamento che segna una brusca inversione di tendenza per il lusso italiano, se si considera che arriva dopo un 2015 in cui l’indice del comparto riportava un incremento del 29,4 per cento, circa dieci punti percentuali in più rispetto a quello del relativo comparto europeo.
In particolare, l’indice della moda nazionale riflette una contrazione delle performance di tutti i principali titoli del settore, con eccezione solo per Moncler (+27,9%) e Cucinelli (+24,6%). Trend segnato per la maggior parte dei brand da una crescita inferiore al passato dei consumi di beni di lusso, che ha determinato un calo di fatturato e redditività per i player di casa nostra (vedi “MODA – VENDITE IN FRENATA E MARGINALITÀ IN CALO PER IL COMPARTO NEL 1°SEM.2016”).
Per contro i principali colossi del lusso francese hanno riportato guadagni in Borsa nel range del 25-35 per cento che, unitamente a quelli del brand inglese Burberry (+25,3%), hanno di fatto trascinato in alto l’indice della moda europeo.
Segnali negativi arrivano invece dalla gioielleria, con le due big svizzere, Richemont (-6,4%) e Swatch (-8,5%), che nel 2016 arretrano sui mercati finanziari, in scia ai profit warning lanciati da entrambe le società, dopo i risultati del primo semestre dell’anno.
Di segno opposto le due regine del fast fashion, Inditex e H&M. Infatti, mentre il gruppo a cui fa capo il marchio Zara ha segnato una seppure contenuta crescita del 2,8% alla Borsa di Madrid, il brand di abbigliamento svedese, che prende il nome da Hennes & Mauritz, retrocede del 16% circa sulla piazza di Stoccolma.
Più ottimisti gli analisti per il 2017 seppure con fondamentali in crescita a cifra singola, rispetto al “double digit” che aveva caratterizzato il mercato negli anni passati (vedi ”MODA – STIME DI LIEVE RIPRESA PER IL COMPARTO NEL 2017”).
Nell’esercizio appena iniziato molte aziende del settore dovrebbero cominciare a raccogliere i frutti di ristrutturazioni e piani strategici attuati negli ultimi due anni. La spinta dell’e-commerce sarà sempre più rilevante per le vendite dei principali player del lusso e non, che stanno attuando profondi cambiamenti nei cicli della moda.
Per quanto riguarda i gruppi nazionali, i riflettori sono accesi soprattutto su Ferragamo e Tod’s, i cui piani di sviluppo dovrebbero portare ad un’inversione di tendenza dei risultati a partire proprio dal 2017. L’ascesa dovrebbe continuare per Moncler, soprattutto sui mercati esteri, dove intende espandersi anche il brand del cashmere Cucinelli.
Per quanto riguarda le categorie di prodotto la migliore dovrebbe essere quella degli articoli sportivi (ricavi 2017 a +6,5-7,5%), seppure in leggero calo rispetto al 2016, che dovrebbe riportare fatturati in crescita dell’8-8,5 per cento. Risultati che si rispecchiano nella performance pari al +67% del titolo Adidas alla Borsa di Francoforte (vs. -16% circa di Nike al Nyse).