Il Ftse Mib termina le negoziazioni con un progresso dello 0,3% mentre il settore bancario guadagna lo 0,9%, sovra-performando il corrispondente indice europeo (+0,6%).
Ed il titolo più vivace nell’indice principale è stato Ubi con un più 4,5% dopo il progresso del 4,4% realizzato martedì a dimostrazione dell’interesse degli investitori nei confronti delle realtà più dinamiche.
Un’altra giornata positiva anche per Banco Bpm, che somma un altro 1,5% al balzo di oltre il 16% cumulato nelle sedute di lunedì e martedì. Il tutto a testimonianza di quanto il mercato sia oggi disponibile a scommettere sulle potenzialità di realtà fino a ieri penalizzate per motivazioni totalmente estranee ai fondamentali.
Ed a sostenere il titolo è giunta anche l’upgrade di Moody’s, che ha assegnato i rating al neonato gruppo bancario confermando quanto già effettuato sulle valutazioni stand alone di Banco Popolare e Bpm nell’ottobre scorso. Questo anche se, come sottolineano gli operatori, è doveroso segnalare che un ruolo non secondario nella recente dinamica borsistica dovrebbe essere assunta pure dalla volontà di rafforzare le posizioni di “controllo” di alcuni gruppi di soci in presenza di un azionariato decisamente molto frazionato considerato “troppo diffuso” nella nuova realtà di popolari trasformate in Spa.
Da rilevare inoltre la performance di Intesa Sanpaolo (+1,4%) nel giorno in cui sono circolate indiscrezioni secondo le quali la vendita del 50% detenuto in Allfunds dovrebbe essere finalizzata entro gennaio ad un prezzo di circa 2 miliardi.
In controtendenza Bper (-1,6%) dopo due sedute positive e Unicredit, che comunque contiene le perdite allo 0,3% dopo le indiscrezioni sull’avvio della ricapitalizzazione entro la metà di febbraio.
Tra le small cap da segnalare il rimbalzo di Banca Profilo di oltre il 36% in due giorni, di cui quasi il 20% nella seduta odierna nella quale il titolo è stato a lungo in asta di volatilità. Performance a seguito della quale il titolo ha quasi azzerato le perdite cumulate nel 2016.