Wall Street in apertura si adegua all’andamento negativo delle piazze europee, con il Dow Jones e lo S&P 500 che a pochi minuti dall’avvio delle contrattazioni scambiano in ribasso dello 0,2-0,3 per cento. In rosso dello 0,4% anche il Russel 2000, mentre si salva il Nasdaq in rialzo dello 0,1 per cento.
Pesa il ribasso dei prezzi del petrolio che cede oltre il 2%, con il Brent a 56 dollari e il Wti a 52,9 dollari, condizionato dall’incremento dei pozzi di trivellazione in nord America e dalla notizia dell’aumento delle esportazioni dei porti meridionali dell’Iraq, che a dicembre hanno segnato un nuovo record a 3,51 milioni di barili al giorno.
Il ministro del petrolio iracheno Jabbar Al- Luaibiha ha comunque rassicurato sull’impegno del paese di ridurre l’output a partire da gennaio 2017, senza però riuscire a spazzare via i dubbi circa il rispetto da parte di tutti i Paesi Opec dell’accordo stipulato lo scorso novembre per il taglio della produzione.
Giornata priva di appuntamenti macro rilevanti, mentre sul Forex il dollaro perde terreno nei confronti dello yen con l’USD/JPY sceso a 116,3, mentre l’EUR/USD si mantiene sostanzialmente stabile a 1,0534. In netto calo la sterlina dopo che le dichiarazioni di ieri del premier Theresa May hanno riacceso i timori per una hard Brexit.
Le sue parole, infatti, sono state interpretate come un segnale che la Gran Bretagna non cercherà di trattare con l’Unione europea per continuare ad avere l’accesso totale al mercato unico. Il cambio GBP/USD è sceso a 1,215 mentre l’EUR/GBP risale a 0,867.
Tornando a Wall Street, tra i titoli in evidenza si segnalano:
APPLE (+0,4%): la società ha tagliato il compenso del Ceo Tim Cook dopo il mancato raggiungimento dei target su profitti e ricavi. Il numero uno del gruppo nel 2016 ha incassato 8,75 milioni di dollari, 1,5 milioni in meno rispetto all’anno precedente.
MC DONALD’S (-0,2%): il colosso dei fast food venderà l’80% delle attività in Cina a un consorzio composto dalla holding Citic e dal fondo private equity Carlyle per un cifra intorno ai 2,1 miliardi di dollari. La società manterrà comunque una quota di minoranza del 20 per cento.
MERRIMACK (+34%): il titolo vola in apertura dopo che la società ha raggiunto un accordo con la francese Ipsen per vendere le proprie attività oncologiche per circa 1 miliardo di dollari.