I listini europei continuano ad oscillare intorno alla linea della parità e intorno alle 12:25 manifestano un andamento contrastato. Il Ftse 100 di Londra resta in territorio positivo a +0,4%, agevolato dalla sterlina debole. In lieve rialzo anche il Ftse Mib di Milano (+0,15%), il Dax di Francoforte (+0,1%), sostanzialmente invariato il Cac 40 di Parigi mentre l’Ibex 35 di Madrid rimane negativo a -0,6 per cento.
Giornata povera di appuntamenti macro in Europa, dove la produzione industriale francese è cresciuta a novembre del 2,2% su base mensile (+0,6% il consensus) e dell’1,8% su base annuale (-0,2% il consensus), ben oltre le attese degli analisti.
Per quanto riguarda le valute l’euro si attesta a 1,059 nei confronti del dollaro, che a sua volta si mantiene sotto quota 116 yen. Prosegue la debolezza della sterlina dopo le dichiarazioni di Theresa May che hanno riacceso le ipotesi su uno scenario di hard Brexit. La valuta britannica ha toccato quota 1,2106 sul dollaro, livello più basso dal 25 ottobre, per poi risalire a 1,215.
Tra le materie prime, parziale rimbalzo del greggio, in aumento di oltre mezzo punto percentuale con Brent e Wti rispettivamente a 55,3 e 52,4 dollari al barile. Dopo il calo di ieri sulla notizia dell’aumento delle esportazioni irachene a dicembre le quotazioni dell’oro nero, risalite anche per ragioni tecniche, beneficiano dell’intenzione di tagliare 160 mila barili al giorno manifestata dal ministro dello stesso Paese.
Sull’obbligazionario, lo spread Bund-Btp riparte in area 161 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,89 per cento.
A piazza Affari gli acquisti premiano in particolare EXOR (+3,1%), che starebbe anche beneficiando della buona giornata di FCA (+0,7%) che continua a salire dopo le dichiarazioni del suo ad Sergio Marchionne, il quale ha confermato i target al 2018 e le voci su possibili M&A. Bene anche BUZZI (+2%) e PRYSMIAN (+1,7%), oltre ai titoli dell’automotive e del lusso.
Positiva pure ENI (+1,2%), grazie anche al giudizio di Kepler che ha alzato il target price a 18 euro da 15,50 euro. Il colosso italiano, inoltre, ha dato mandato ad un pool di banche per il collocamento di un’emissione obbligazionaria con durata di 10 anni (scadenza gennaio 2027) a tasso fisso nell’ambito del proprio programma di Euro Medium Term Note.
In fondo al listino scivolano nuovamente le banche, con UNICREDIT (-2,3%), BANCO BPM (-1,5%), e INTESA (-1%) tra le più vendute. Giù anche UBI (-1,4%) che giovedì potrebbe convocare il board per formalizzare l’offerta per l’acquisto delle Good Bank.
Per quanto riguarda MPS, ancora sospesa, sarebbe previsto per oggi alle 18 il primo incontro tra Pier Carlo Padoan e i vertici della banca, al fine di esaminare le linee guida del nuovo piano industriale dell’istituto. Quest’ultimo dovrà poi essere presentato dalla Bce e alla Commissione Europea per ottenere il via libera all’ingresso dello Stato nel capitale della banca.
Negative anche SAIPEM (-2%), uscita dalla conviction buy list di Goldman Sachs e POSTE ITALIANE (-0,5%), il cui Cda si riunirà lunedì prossimo per trovare una soluzione alla questione di Invest Real Security.