Il Ftse Mib termina la giornata con un guadagno dello 0,3% ma il comparto bancario si muove in controtendenza e cede lo 0,7% eguagliando il corrispondente indice europeo (-0,7%).
Una seduta non particolarmente brillante per gli istituti di credito, sui quali permane un clima d’incertezza e cautela visti i numerosi nodi da scogliere a partire dall’imponente operazione di ricapitalizzazione di Unicredit.
Così il titolo della banca di Piazza Gae Aulenti cede il 2% alla vigilia dell’assemblea straordinaria il cui compito sarà quello di approvare l’aumento di capitale da 13 miliardi, che partirà dopo il 9 febbraio quando saranno approvati i conti 2016.
A pesare sulla performance anche le indiscrezioni relative allo sconto del 30-40% sul prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione. Ipotesi secondo la quale il prezzo di offerta delle nuove azioni dovrebbe fissarsi tra 1,2 e 1,3 euro.
Sostanzialmente stabile Intesa (-0,2%) nel giorno in cui è stato lanciato il collocamento di un bond senior a 7 anni da un miliardo ricevendo ordini per oltre 1,5 miliardi, mentre Ubs ha confermato il buy alzando il target price da 2,2 a 2,6 euro per azione.
La palma di miglior titolo spetta comunque a Carige (+2,8%) che beneficia delle ipotesi sulla dismissione di un pacchetto da un miliardo di sofferenze entro la fine del primo trimestre, a un prezzo superiore rispetto a quanto visto nelle recenti transazioni in Italia visto la buona qualità dei crediti in oggetto.
In progresso anche Ubi, che guadagna l’1,1% segnando la miglior performance tra i titoli del Ftse Mib, sostenuta dalla riunione del board dell’istituto che, in tarda serata, ha dato il via libera all’offerta di acquisto vincolante per le tre Good Bank (Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria).