Mercati – Europa ancora in calo dopo l’avvio negativo di Wall Street

Nella prima parte del pomeriggio i listini europei si mantengono perlopiù in territorio negativo, complice anche l’apertura degli indici americani in ribasso di circa mezzo punto percentuale. Intorno alle 16:00 il Dax di Francoforte cede lo 0,8%, il Ftse Mib di Milano è a -0,5%, il Cac 40 di Parigi a -0,3% mentre il Ftse 100 di Londra è sostanzialmente invariato. In controtendenza l’Ibex 35 di Madrid a +0,1%, dopo il calo di ieri.

L’agenda macroeconomica odierna aveva offerto in mattinata alcune indicazioni positive sull’economia europea. In Francia l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto a dicembre dello 0,3% su base mensile, confermando le attese degli analisti. In Italia l’indice destagionalizzato della produzione industriale, stilato dall’Istat, ha registrato a novembre un progresso del 3,2% mentre nell’Eurozona lo stesso indicatore, compilato dall’Eurostat, ha realizzato un incremento dell’1,5%, ben superiore alle aspettative (+0,6%).

Negli Stati Uniti le nuove richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione sono risultate inferiori al consensus, mentre l’indice dei prezzi alle importazioni è cresciuto a dicembre dello 0,4% su base mensile e dell’1,8% su base annua. Nel corso della giornata, inoltre, sono programmati gli interventi di alcuni esponenti della Fed, che potrebbero fornire indicazioni sul ritmo con cui verranno alzati i tassi di interesse nel 2017.

Nel frattempo, sul Forex il dollaro continua la sua discesa nei confronti delle altre valute, dopo che Trump ha deluso i mercati non fornendo dettagli su eventuali stimoli economici. L’EUR/USD risale a 1,065, l’USD/JPY scivola a 114,3 mentre il cambio tra sterlina e biglietto verde si attesta a 1,227.

Il deprezzamento del dollaro ha favorito le materie prime e in particolare l’oro, tornato sopra quota 1.200 dollari l’oncia per la prima volta da novembre. In rialzo anche il petrolio, sostenuto dalle indicazioni sui tagli alla produzione dei paesi Opec, con il Brent (+1,9%) a 56,1 dollari e il Wti (+1,9%) a 53,2 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Bund-Btp riparte da quota 156 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,88 per cento.

A Piazza Affari vola UBI (+7,7%) dopo la formulazione dell’offerta vincolante per l’acquisto di tre delle quattro Good Bank (Banca Marche, Etruria e CariChieti), che prevede la cessione di crediti deteriorati per 2,2 miliardi dagli istituti e un aumento di capitale di 400 milioni per la banca lombarda.

In ribasso dello 0,8% UNICREDIT, i cui azionisti hanno approvato l’aumento di capitale da 13 miliardi e il raggruppamento delle azioni in rapporto di una nuova azione ogni dieci esistenti.

BPER (+1%), in corsa per l’acquisto della quarta Good Bank (Carife), beneficia in parte della performance di Ubi, mentre gli altri bancari si attestano in territorio negativo. Tra questi BANCO BPM (-1%), che dovrebbe cooperare con BlackRock per redigere un piano di smaltimento dei crediti deteriorati da presentare poi alla Bce.

Ben intonate le utilities, con A2A a +1%, TERNA a +0,5% e ITALGAS a +0,8%, mentre ENEL scambia sulla parità.

Resta in fondo al Ftse Mib MEDIASET (-4%) dopo che Fininvest ha smentito le indiscrezioni circolate ieri secondo le quali il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, starebbe valutando di proporre alla famiglia Berlusconi l’ingresso nell’azionariato del colosso media francese. Passa in negativo FCA, in calo di circa due punti percentuali.

Fuori dal listino principale, si segnala che l’assemblea degli azionisti di EI TOWERS (+0,4%) ha approvato la distribuzione di un dividendo straordinario di 3,6 euro per azione, in pagamento dall’8 febbraio.