Nel corso della mattinata i listini europei mantengono l’intonazione debole manifestata in avvio, complice anche la parziale delusione per il discorso tenuto ieri da Donald Trump. Intorno alle 12:20 il Dax di Francoforte cede lo 0,4%, il Ftse Mib di Milano è a -0,2%, mentre il Cac 40 di Parigi e il Ftse 100 di Londra sono poco mossi a -0,1 per cento. In controtendenza l’Ibex 35 di Madrid a +0,2%, dopo il calo di ieri.
L’agenda macroeconomica odierna ha offerto alcune indicazioni positive sull’economia europea. L’indice dei prezzi al consumo in Francia è cresciuto a dicembre dello 0,3% su base mensile, confermando le attese degli analisti. In Italia l’indice destagionalizzato della produzione industriale, stilato dall’Istat, ha registrato a novembre un progresso del 3,2% a fronte del calo (-1,8%) fatto segnare ad ottobre. Nell’Eurozona infine lo stesso indicatore, compilato però dall’Eurostat, ha realizzato un incremento dell’1,5%, ben superiore alle aspettative (+0,6%).
Nel primo pomeriggio (14:30) verranno diffusi i dati americani relativi alle nuove richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione e all’indice dei prezzi alle importazioni nel mese di dicembre. Nel corso della giornata, inoltre, sono attesi gli interventi di alcuni esponenti della Fed, interessanti per carpire indicazioni sul ritmo con cui verranno alzati i tassi di interesse nel 2017.
Nel frattempo, sul Forex il dollaro resta debole nei confronti delle altre valute, dopo la delusione per la mancanza di dettagli sul piano di stimoli economici nel discorso di Trump. Il cambio EUR/USD risale a 1,065, l’USD/JPY scivola a 114,2 mentre il cambio tra sterlina e biglietto verde si attesta a 1,227.
Il deprezzamento del dollaro ha favorito le materie prime e in particolare l’oro, risalito sui massimi da novembre in area 1.205 dollari l’oncia. In rialzo anche il petrolio con il Brent (+1,1%) a 55,7 dollari e il Wti (+0,8%) a 52,6 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Bund-Btp riparte da quota 155 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,86 per cento.
Tornando a Piazza Affari, vola UBI (+9,1%) dopo la formulazione dell’offerta vincolante per l’acquisto di tre delle quattro Good Bank (Banca Marche, Etruria e CariChieti), che prevede la cessione di crediti deteriorati per 2,2 miliardi dagli istituti e un aumento di capitale di 400 milioni per la banca lombarda.
La performance di Ubi trascina anche BPER (+2,2%), in corsa per l’acquisto della quarta Good Bank (Carife), mentre si attestano in territorio negativo INTESA (-0,5%) e BANCO BPM (-0,3%). Quest’ultima dovrebbe cooperare con BlackRock per redigere un piano di smaltimento dei crediti deteriorati da presentare poi alla Bce.
Torna positiva UNICREDIT a -0,5 per cento. In vista dell’approvazione dell’aumento di capitale da 13 miliardi, prevista per oggi, la banca di piazza Gae Aulenti ha precisato che l’operazione non è stata imposta dalla Bce e sui tempi non esiste alcun vincolo stabilito dall’organo di vigilanza europeo.
Ben intonate le utilities, con A2A a +0,9%, TERNA a +0,5% e ITALGAS a +0,3%, mentre ENEL cede lo 0,3 per cento. Acquisti anche sull’automotive, con FCA a +1,8%, FERRARI a +0,7% e BREMBO a +0,3 per cento.
Scivola in fondo al Ftse Mib MEDIASET (-3,5%) dopo che Fininvest ha smentito le indiscrezioni circolate ieri secondo le quali il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, starebbe valutando di proporre alla famiglia Berlusconi l’ingresso nell’azionariato del colosso media francese. Nel frattempo la società di Cologno Monzese ha acquisito il 5,5% di Studio 71, il principale multichannel network in Europa controllato dal gruppo tedesco ProSiebenSat.1 Media.