La Fininvest ha presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro la richiesta da parte della Bce di cedere la quota eccedente il 9,9% della propria partecipazione in Banca Mediolanum. Il Gruppo del Biscione detiene il 30,12% della società di asset management, di cui il 25,5% è conferito in un patto di sindacato paritetico con la famiglia Doris.
Prosegue lo scontro tra Fininvest e le autorità di controllo sul possesso della quota eccedente il 9,9% di Banca Mediolanum. L’avvocato della Fininvest, Nicolò Ghedini, ha confermato che il Gruppo ha presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Ue contro la decisione della Banca Centrale Europea di non permettere una partecipazione qualificata nella banca presieduta da Ennio Doris, come era stato annunciato a fine ottobre.
La questione risale al mese di ottobre 2014 allorché Banca d’Italia, d’intesa con Ivass, aveva imposto a Fininvest di vendere la quota eccedente il 9,9% di Mediolanum in seguito al recepimento delle norme europee sui conglomerati finanziari e alla perdita dei requisiti di onorabilità di Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale. L’ex premier aveva fatto ricorso contro il provvedimento e il Consiglio di Stato lo aveva accolto.
Tuttavia a fine ottobre, la Bce ha dato un nuovo parere negativo alla detenzione di una partecipazione qualificata di Fininvest in Banca Mediolanum, posizione a cui si riferisce il recente ricorso. Fininvest detiene una partecipazione in Banca Mediolanum pari al 30,12%, di cui il 25,5% conferito al patto di sindacato paritetico con la finanziaria della famiglia Doris che controlla la società di asset management quotata a Piazza Affari con il 51 per cento.
Oggi a Piazza Affari i titoli della società del risparmio gestito guadagnano il 3,23% al prezzo di 7,5 euro, in linea con l’incremento del 3,22% dell’indice Ftse Italia Servizi Finanziari.