Continua la corsa a Piazza Affari del titolo Ubi, che alle 10:00 segna un progresso dell’8,2% a 3,3 euro, sovra-performando il comparto di appartenenza (+1,8%). La performance della mattinata odierna fa seguito al 9,1% registrato giovedì a seguito della presentazione dell’offerta vincolante per le tre Good Bank al prezzo simbolico di 1 euro. Ieri Victor Massiah, Ceo della banca lombarda, in una conference call ha illustrato gli impatti economici attesi dall’integrazione dei tre istituti.
Ancora frizzanti a Piazza Affari le azioni di Ubi, che alle 10:00 registrano un guadagno dell’8,2% a 3,3 euro, sovra-performando di oltre sei punti percentuali il comparto bancario (+1,8%). Performance facente seguito al balzo del 9,1% registrato ieri a seguito della formalizzazione dell’offerta per le tre Good Bank al prezzo simbolico di 1 euro, accolta alla grande dal mercato.
Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi, ieri ha tenuto un conference call di presentazione dell’offerta vincolante per le tre Good Bank (Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti), a margine della quale ha dichiarato che l’operazione consentirà una creazione di valore a doppia cifra, grazie anche a maggiori economie di scala, illustrandone poi gli impatti attesi in termini numerici.
Secondo le stime dell’istituto lombardo, l’utile netto al 2020 dovrebbe raggiungere gli 1,2 miliardi grazie all’aggregazione delle tre banche, cioè 300 milioni in più rispetto ai 0,9 miliardi previsti nel piano industriale 2019/20 varato a giugno.
Questo risultato potrà essere raggiunto tramite sinergie sia sul fronte ricavi che sul fronte costi. Sul fronte ricavi la banca aspetta un contributo al risultato ordinario netto nell’ordine di 100 milioni al 2020 riferito al perimetro delle tre Good Bank, con un ritorno del 25% rispetto all’importo massimo di 400 milioni relativo all’aumento di capitale di Ubi Banca. Sul fronte costi, invece, l’istituto si aspetta una riduzione degli oneri operativi del 30% connessi al perimetro delle tre Good Bank, conseguibile grazie alla razionalizzazione del personale (per cui al momento sono stati quantificati 130 milioni di oneri di ristrutturazione) e delle filiali. Inoltre, i sistemi informatici dei tre istituti confluiranno in quello di Ubi, verranno ridotti i costi di corporate governance e saranno rinegoziati i contratti esistenti con i fornitori.
Il risultato netto potrà beneficiare anche della contabilizzazione a fair value delle attività e delle passività acquisite per un ammontare compreso tra il 40% e il 60% del badwill (tra i 400 e i 600 milioni). Inoltre, esso potrà giovarsi dei crediti fiscali per oltre 600 milioni sulle perdite pregresse dei tre istituti, spalmabili in cinque anni.
Anche la diminuzione del costo del credito (atteso un -75% riferito al perimetro delle tre Good Bank) contribuirà a migliorare la redditività, grazie al miglioramento della qualità del portafoglio crediti, nonché una riduzione di quello sulla raccolta diretta grazie all’inclusione nel gruppo della posizione di liquidità afferente tre Good Bank.
Grazie a tutti questi elementi il Rote al 2020 dovrebbe attestarsi al 12,7% rispetto al 10,6% previsto nel piano strategico 2019/20 presentato a giugno e il cost/income dovrebbe essere pari al 52 per cento.