Il neo presidente americano Donald Trump si lancia ancora all’attacco delle case automobilistiche colpevoli di delocalizzare la propria produzione in Messico, minacciando l’imposizione di tariffe doganali.
Nel mirino del tycoon newyorchese questa volta è finita la tedesca Bmw, che potrebbe essere tassata al 35% dagli Stati Uniti su ogni vetture costruita nel nuovo impianto messicano di San Luis Potosi a partire dal 2019 e destinata al mercato americano.
Dal canto suo il gruppo tedesco ha cercato di stemperare la tensione sottolineando che il suo stabilimento in South Carolina è il più grande al mondo e che il nuovo impianto in Messico produrrà veicoli non solo destinati al mercato americano, ma a quello mondiale in generale.
Non è ancora chiaro però se le tariffe minacciate da Trump verranno applicate sulla produzione già esistente in Messico dei costruttori, o se miri piuttosto a scoraggiare investimenti in nuovi impianti nel paese latino.
Tale avvertimento del neo presidente Usa è comunque l’ultimo di una serie di minacce rivolte alle case automobilistiche. Nelle scorse settimane Trump si era scagliato contro Toyota, la quale sta progettando di iniziare la produzione della nuova Corolla in Messico. Nel mirino dell’ex immobiliarista era finita anche General Motors, mentre Ford ha cancellato un investimento da 1,6 miliardi nel paese dirottando parte delle risorse per espandere il proprio stabilimento in Michigan.