Bper negli ultimi mesi è stato uno dei titoli più apprezzati del comparto bancario, soprattutto grazie alla sua solidità patrimoniale che è stata riconosciuta ed apprezzata dal mercato e che ha portato gli analisti di Mediobanca ad alzare il target price da 4,8 a 6,3 euro.
Questa forza patrimoniale è evidenziata da un Cet1, al terzo trimestre 2016, superiore di 150/200 punti base rispetto alla media dei competitor che consentirebbe all’istituto emiliano, sempre secondo gli analisti, di portare il suo indice di copertura sugli npl a circa l’80% sul 70% degli npl pur mantenendo un Cet1 al 12 per cento.
La banca guidata da Alessandro Vandelli per migliorare ulteriormente la sua solidità patrimoniale ed adeguarsi alle direttive Bce sulla riduzione dello stock di crediti deteriorati ha portato a termine un programma di cessioni di sofferenze pianificato per l’intero anno 2016, riducendo del 10%, circa 700 milioni, lo stock lordo di tale tipologia di crediti da inizio anno.
Bper, sempre secondo gli analisti di Mediobanca, ha un ammontare lordo dei crediti unlikely to pay che incide per il 35% sul totale dei non performing exposure, un rapporto ancora una volta inferiore rispetto alla media dei suoi diretti concorrenti (40%). Grazie a ciò l’istituto emiliano dovrebbe soffrire meno un passaggio dei crediti da unlikely to pay a npl rispetto ai suoi competitor.
Inoltre gli analisti, come il mercato, hanno apprezzato l’atteggiamento prudenziale dell’istituto emiliano sul capitolo fusioni volto a non correre rischi inutili.
Il nome Bper negli ultimi mesi è stato associato a diverse operazioni di fusioni che vanno da quelle con gli istituti valtellinesi, in primis con Creval, e con Carife, la quarta Good Bank rimasta al di fuori dall’interesse di Ubi.
Nel frattempo il titolo Bper, intono alle 10:05, cede lo 0,7% a Piazza Affari un andamento migliore rispetto all’indice settoriale che cede l’1,5 per cento.