Mercati – Piazza Affari la peggiore in Europa, vendite su Fca e finanziari

Nel corso della mattinata i listini del vecchio Continente mantengono l’intonazione negativa manifestata in avvio, in una giornata che vedrà Wall Street chiusa per festività. Intorno alle 12:15 il Ftse Mib di Milano cede l’1,2%, seguito dal calo dello 0,9% dell’Ibex 35 di Madrid e dal -0,6 del Dax di Francoforte e del Cac 40 di Parigi. Resiste sulla parità, infine, il Ftse 100 di Londra, grazie al tonfo della sterlina sui timori di una hard Brexit.

Sul fronte macro sono stati diffusi in mattinata i dati Istat sui prezzi al consumo armonizzati con l’UE, in crescita a dicembre dello 0,5% su base annua, in linea con le stime preliminari. Nel 2016, l’inflazione italiana ha registrato una variazione negativa per la prima volta dal 1959.

Per quanto riguarda la Gran Bretagna, sembra sempre più probabile un divorzio netto dall’Unione Europea, con l’uscita del paese dal mercato unico per ottenere un maggior controllo sui propri confini. Indicazioni in questo senso sono attese dal discorso che il premier Theresa May terrà domani, anche se la sua portavoce ha etichettato tali voci come “speculazioni”.

Nel frattempo però la sterlina si mantiene debole in area 1,205 nei confronti del dollaro, mentre il cross EUR/GBP resta prossimo a 0,88. In calo anche l’EUR/USD a 1,059 e l’USD/JPY a 114,3.

A beneficiare della tensione sui mercati, in attesa della May e del discorso di insediamento di Trump, è l’oro, stabilmente sopra quota 1.200 dollari l’oncia. Sempre fra le materie prime, sostanzialmente invariato il greggio, con Brent e Wti rispettivamente a 55,5 e 52,4 dollari al barile.

Sull’obbligazionario lo spread Bund-Btp si attesta in area 158 punti base, con il rendimento del decennale italiano intorno all’1,9% dopo che venerdì l’agenzia Dbrs ha declassato il rating sovrano, portandolo da A (low) a BBB (high).

Tornando a Piazza Affari, vola LUXOTTICA (+8,7%), dopo l’annuncio delle nozze con Essilor che darà vita a un colosso dell’occhialeria con una capitalizzazione da 50 miliardi.

In ribasso, invece, il settore finanziario, penalizzato dal taglio del rating sovrano, con UNICREDIT a -2,9%, BANCO BPM a -2,7% e INTESA a -1,5 per cento. Male anche GENERALI, che segna un ribasso del 3,1% risentendo anche dell’abbassamento del giudizio da hold a sell da parte di Deutsche Bank.

Resta pesante FCA (-4,9%), che trascina con sé anche EXOR (-3,9%). Il Lingotto è ancora sotto la lente delle autorità americane per le violazioni in tema di emissioni, con il Dipartimento di Giustizia che ha avviato un’indagine ufficiale. Cresce intanto la tensione tra Roma e Berlino, con la Germania che ha chiesto all’Ue il ritiro di alcuni modelli del gruppo italo americano.

Tra gli industriali, infine, LEONARDO cede l’1,5%, nonostante la firma di due contratti con la Direzione Armamenti Aeronautici e Aeronavigabilità del Ministero della Difesa del valore complessivo di oltre 500 milioni.