Il Ftse Mib termina la settimana con una flessione dello 0,9% penalizzata dal calo del 2,6% del comparto bancario, mentre i servizi finanziari si mantengono invariati (+0,1%) pur scontando il calo di Exor (-1,5%) e Poste (-2,1%).
Più in particolare il titolo della holding della famiglia Agnelli è stato trascinato verso il basso dai rischi impliciti al possibile dieselgate su Fca (-7,2%) dopo l’accusa mossa giovedì dall’ente protezione ambientate Usa (Epa) di aver truccato i dati sulle emissioni diesel montando un software che permette ai propri veicoli di superare i livelli di emissione consentiti su circa 100 mila vetture vendute in Usa.
Le difficoltà delle Poste sono invece connesse secondo gli analisti agli effetti delle problematiche in cui si trovano ad operare i fondi immobiliari collocati nell’era Sarmi ed oggi carichi di minusvalenze per i sottoscrittori. La società guidata da Francesco Caio sta comunque studiando come limitare le perdite dei clienti ed una soluzione potrebbe essere presa già dal cda in programma oggi.
Profondamente diverso lo scenario in cui si sono mossi i titoli del risparmio gestito, sui quali hanno inciso gli ottimi dati sulla raccolta. Ed ecco che Banca Mediolanum archivia la settimana con un guadagno del 4,7%, la migliore tra i titoli del listino principale, beneficiando della raccolta netta di 5,6 miliardi nel 2016 (+20% a/a) grazie anche al record di 1,1 miliardi a dicembre.
Record di raccolta anche per Banca Generali (+0,5%), che chiude i 2016 con il picco di 5,7 miliardi grazie al boom di dicembre, quando è stato raggiunto il record nella storia della società a 770 milioni.
La meno brillante sul fronte della raccolta è stata Anima, che ha archiviato il 2016 con un crollo del 47% a 4,6 miliardi anche se in Borsa ha guadagnato l’1,8 per cento.