UniCredit ha chiuso la settimana in crescendo riportandosi sopra quota 2,6 dopo l’assemblea del via libera all’aumento di capitale da 13 miliardi.
Il voto favorevole dei soci, ormai in gran parte istituzionali, era quasi scontato. Ma lo stesso non si può dire per il rimbalzo di un titolo bancario italiano che fra un mese chiederà al mercato la più grande provvista di mezzi freschi mai transitata per la Borsa italiana.
E sulla performance borsistica ha svolto un ruolo non secondario il Ceo Jean Pierre Mustier, che si é mostrato molto determinato sin dalla sua nomina ed ha acquisito credibilità sui mercati, prima con una serie serrata di dismissioni, poi presentando un piano di rilancio realistico; un progetto che ha raccolto i pareri favorevoli anche de Il Financial Times, che ha mostrato di preferire le ultime mosse di UniCredit a quelle parallele di Deutsche Bank.
Ma la convention dei soci ha detto anche altro. La Fondazione Cariverona, primo socio italiano del gruppo, ha detto sì al “piano Mustier” e, annunciando la cessione dello 0,50% sull’onda del recente rialzo del titolo, ha nei fatti segnalato la volontà di aderire all’aumento quanto più possibile.
Questo anche se nell’unica presa di posizione di un grande socio in assemblea, Cariverona ha sollecitato un ricambio dell’attuale board, indicato come il responsabile di due anni di governance negativa, con pesanti riflessi sulla redditività dell’istituto e sul valore del titolo.
È possibile e forse probabile che Cariverona abbia parlato anche per altri soci, soprattutto istituzionali, com’era già avvenuto a metà’ 2016 in occasione del cambio di Ceo. E non é un caso che anche il fondo sovrano al Aabar abbia confermato, in margine all’assemblea, di non aver ancora deciso sull’adesione.
La disponibilità di alcuni grandi azionisti a sottoscrivere l’aumento, ma di fatto a condizione che il board cambi, non può che risultare gradita ai mercati e potrebbe perfino delineare un po’ di inattesa “contesa” per Unicredit in sede di aumento di capitale. L’esatto contrario di quanto é accaduto per MPS e quello che invece si sta forse preparando per BancoBpm.
Cambiare il board UniCredit all’assemblea di bilancio in primavera (un anno prima della scadenza naturale) significa in sintesi avvicendare il presidente Giuseppe Vita e cioè colui che è stato indicato da Allianz, anzi dall’Azienda-Germania, che ha sempre sentito UniCredit nel suo perimetro.
Se tuttavia il sistema Germania vorrà mantenere la sua leadership sulla banca, dovrà mostrarlo sul mercato. In alternativa, secondo la prospettiva delineata con tono manageriale dal Ceo Mustier a Londra, ci sarà una nuova “mappa degli azionisti”, con una governance comunque diversa dall’attuale. E con esiti aperti.
Ogni scenario per i mercati, in ogni caso, si preannuncia positivo.

























