Apertura in ribasso per i principali listini europei, nel giorno dell’intervento del premier britannico sul tema Brexit. Intorno alle 9:25 gli indici continentali cedono pochi decimi di punto, con il Ftse Mib di Milano poco mosso a -0,1%, il Ftse 100 di Londra e l’Ibex 35 di Madrid a -0,4%, il Dax di Francoforte e il Cac 40 di Parigi in calo dello 0,7 per cento.
L’attenzione degli investitori sarà focalizzata oggi sul discorso di Theresa May, che dovrebbe delineare il percorso di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Da quanto emerso negli ultimi giorni si profila sempre più nettamente uno scenario di hard Brexit, con l’abbandono del mercato unico dei beni e servizi e un sistema di relazioni commerciali completamente rinnovato.
Particolarmente ricca di appuntamenti anche l’agenda macroeconomica. In Giappone i dati finali di novembre sulla produzione industriale hanno confermato le stime preliminari crescendo dell’1,5% su base mensile. In Germania verrà pubblicato l’indice Zew di gennaio sulla fiducia di analisti e investitori istituzionali nell’economia tedesca, mentre nel Regno Unito verranno resi noti i dati sui prezzi al consumo e sui prezzi alla produzione di dicembre.
Per quanto riguarda Wall Street oggi riapriranno le contrattazioni dopo la festività del Martin Luther King Day. In giornata sono attese le trimestrali di importanti colossi come Ibm e Morgan Stanley, oltre agli interventi di alcuni membri della Fed e i dati macro sulla produzione manifatturiera di gennaio.
Sul Forex, intanto, continua il rafforzamento dello yen nei confronti di euro e dollaro, con il cambio tra biglietto verde e valuta giapponese sceso a 113,2 e il cross EUR/JPY a 120,7. In recupero la sterlina che risale a 1,212 sul dollaro. Biglietto verde debole anche rispetto all’euro, con il cambio EUR/USD in aumento di mezzo punto percentuale a 1,067.
Il dollaro debole e l’incertezza sui mercati, in vista della May e del discorso di insediamento di Trump previsto per fine settimana, sostengono le quotazioni dell’oro, che risale fino a 1.213 dollari l’oncia. Poco mosso il greggio, con Brent e Wti rispettivamente a 55,8 e 52,5 dollari al barile.
In calo, infine, i rendimenti obbligazionari dei titoli di Stato, con il tasso del Btp che cede quasi 4 basis point e si attesta a 1,86%, mentre lo spread col Bund cala in area 156 punti base.
A Piazza Affari avvio contrastato per i bancari. In lieve calo INTESA (-0,2%) e UNICREDIT (-0,1%), mentre BANCO BPM è la migliore del Ftse Mib a +2,7% e BPER segue a +1,9 per cento. UBI guadagna l’1,6% in attesa del verdetto del direttorio di Bankitalia, che oggi valuterà l’offerta dell’istituto lombardo, in scadenza domani, per le tre good bank (Etruria, Marche e Carichieti).
Partenza in rialzo anche per FCA (+1,2%), sempre sotto i riflettori delle autorità statunitensi per le possibili violazioni sulle emissioni. Intanto, secondo i dati Acea appena rilasciati, le vendite in Europa del gruppo guidato da Marchionne sono cresciute del 13,7% a dicembre e del 14,1% nell’intero 2016.
Avvio positivo anche per le utilities, con A2A a +1,2%, TERNA a +0,7% e ITALGAS e SNAM a +0,6% ed ENEL a +0,2 per cento. Calo marcato, invece, per MEDIASET, intorno ai 4 punti percentuali.
Sulla parità POSTE ITALIANE, dopo l’annuncio secondo cui risarcirà i clienti che hanno sottoscritto e mantenuto fino a scadenza quote del fondo immobiliare Invest Real Security. Nel dettaglio, coloro che hanno compiuto 80 anni Poste riceveranno un rimborso in contanti mentre agli altri clienti verrà proposta la sottoscrizione di una polizza Vita Ramo 1.
In frazionale ribasso LUXOTTICA (-0,3%), la migliore di ieri grazie alla fusione con Essilor che darà vita nel secondo semestre 2017 a “EssilorLuxottica”, nuovo colosso dell’occhialeria con 50 miliardi di capitalizzazione. Possibile il delisting del gruppo italiano dalla borsa di Milano.