Creval – Si muove sul fronte aggregazioni

Creval ha dato mandato a due banche d’affari per la ricerca di un possibile partner, dando così esecuzione a una strategia di aggregazione che indiscrezioni di mercato indicavano da tempo. Tra i possibili partner i più plausibili parevano Banca Popolare di Sondrio e Bper. Ma, dopo la mancata trasformazione in spa dell’istituto valtellinese che fa scendere le possibilità di un’operazione che la coinvolga, l’istituto guidato da Alessandro Vandelli pare il candidato più plausibile.

Nella giornata di ieri il cda di Creval ha dato mandato di advisor a Mediobanca ed Equita Sim per analizzare e valutare possibili operazioni straordinarie future. Sembra quindi che l’istituto valtellinese abbia deciso  di dare esecuzione alle ipotesi che circolavano da tempo riguardo il possibile coinvolgimento in un’operazione di aggregazione.

Tra le candidate considerate più probabili per una eventuale operazione di fusione ci sono Popolare di Sondrio e Bper. Per quanto riguarda l’altra banca valtellinese, un’aggregazione era stata presa in considerazione da tempo, tuttavia la mancata trasformazione in spa della Popolare di Sondrio lo scorso 17 dicembre ha raffreddato questa ipotesi.

Nel panorama delle banche italiane, sembrerebbe quindi Bper la candidata più papabile a un’aggregazione anche perché è anch’essa alla ricerca di un possibile partner per aumentare le proprie dimensioni. A favore dell’aggregazione tra i due istituti potrebbero giocare diversi elementi come la presenza di un modello di governance simile e la complementarietà a livello di distribuzione geografica degli sportelli.

Con la fusione tra i due istituti si verrebbe a creare la sesta banca nazionale con un margine d’intermediazione che, facendo una somma algebrica del conto economico e dello stato patrimoniale dei due istituti nei primi nove mesi del 2016, supererebbe i 2 miliardi, mentre il totale degli impieghi raggiungerebbe gli 82,5 miliardi. Creval apporterebbe poco più di un quarto dei futuri ricavi.

I due istituti presentano ampi margini per l’implementazione di tagli per sinergie che incrementerebbero le prospettive di profittabilità futura. Creval  mostra, rispetto alla possibile futura partner, un’incidenza superiore dei costi operativi, mentre il peso del personale è simile.

Prima di procedere a eventuali operazioni di aggregazione, Creval ha in programma un alleggerimento delle sofferenze con una dismissione di 1,5 miliardi di crediti deteriorati, attraverso un’operazione di cartolarizzazione assistita dalla garanzia della Gacs per alcune tipologie di essi ed un’ulteriore cessione di 300 milioni di crediti Unlikely to pay che consentiranno all’istituto di raggiungere nel 2018 un coverage ratio previsto al 42,5 per cento.

In attesa degli sviluppi Bper al momento sarebbe impegnata nel definire un’offerta per Carife, la quarta Good Bank non rientrante nell’operazione Ubi, che secondo indiscrezioni dovrebbe assomigliare a quella presentata dall’istituto guidato da Victor Massiah per acquistare gli altri tre istituti dal Fondo di Risoluzione.

Nel frattempo i titoli Bper e Creval, intorno alle 11:20, segnano andamenti contrastanti con l’istituto emiliano che cede lo 0,5% in linea con l’andamento dell’indice settoriale mentre la banca valtellinese sovra-performa il comparto guadagnando l’8,6 per cento.

Per maggiori informazioni sugli effetti della possibile operazione di aggregazione tra Creval e Bper consultare l’articolo BPER/CREVAL – ECCO QUALI SAREBBERO GLI EFFETTI DEL MATRIMONIO