Secondo Eurocontrol, organizzazione europea per la sicurezza del traffico aereo, le rotte che riguardano il sorvolo dello spazio aereo italiano (con o senza scalo) hanno registrato una flessione su base annua dell’1,2% a novembre e dello 0,8% a dicembre.
Il traffico di rotta rappresenta il 69% del fatturato di Enav ed è calcolato in termini di unità di servizio, una misura convenzionale ponderata che tiene conto del peso dell’aeromobile al decollo, e, nel caso del traffico di rotta, comprende anche la distanza percorsa dall’aeromobile.
Il 2016 si è chiuso con un traffico aumentato dell’1,6% rispetto al 2015. Deluse dunque le aspettative del management di Enav, che aveva previsto un progresso del 2% a/a. Secondo gli esperti la diminuzione del traffico nei cieli italiani è da attribuire all’instabilità socio-politica dei Paesi del Nord Africa e Medio Oriente, in particolare per la prolungata chiusura dello spazio aereo libico.
Si segnala che per Enav le tariffe si basano su due parametri previsionali, i costi e il traffico, che consentono di mantenere il sistema regolato grazie a uno schema normativo che ripartisce con estrema precisione il rischio tra Enav e le aviolinee, riducendo al minimo l’esposizione al rischio traffico.
Gli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni di traffico vengono infatti bilanciati alla fine di ogni anno attraverso meccanismi di aggiustamento il cosiddetto “balances” sulle tariffe degli anni successivi.