Le borse europee proseguono con l’atteggiamento cauto manifestato nella prima parte della seduta, posizionandosi poco sopra la parità, in attesa dell’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump. Intorno alle 16:10 il Cac 40 di Parigi guadagna lo 0,4%, il Dax di Francoforte, l’Ibex 35 di Madrid e il Ftse Mib di Milano si attestano fra lo 0,2 e lo 0,3% mentre il Ftse 100 di Londra è sostanzialmente flat. Nel frattempo è partita bene Wall Street, con tutti gli indici in rialzo oltre lo 0,5 per cento.
Pochi spunti dall’agenda macroeconomica, dove spicca la crescita del Pil cinese lievemente sopra le attese nel quarto trimestre (+6,8%). In Germania l’indice dei prezzi alla produzione ha registrato a dicembre un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1% su base annua, in linea con le stime. Deludenti i dati sulle vendite al dettaglio in nel Regno Unito.
Sul mercato valutario il cambio euro/dollaro risale a 1,066, mentre l’USD/JPY si stabilizza poco sopra quota 115, in attesa del discorso di Trump che potrebbe aumentare la volatilità sul Forex.
Fra le materie prime, il petrolio accelera con Brent e Wti in rialzo di oltre due punti percentuali rispettivamente a 55,4 e 53,4 dollari al barile. A spingere le quotazioni del greggio contribuisce l’incremento della domanda cinese di petrolio nel mese di dicembre (+3,4% a/a) a 52,8 milioni di tonnellate. Nel 2016 invece la domanda è aumentata del 5,6% a 578 milioni di tonnellate.
Vendite sull’obbligazionario, dove il rendimento del Btp si riporta in area 2%, dopo essere sceso in mattinata fino a 1,94 per cento. Poco mosso lo spread con il Bund, intorno a 160 basis point.
A Piazza Affari proseguono le vendite su YOOX (-3,7%), su cui incidono le deboli stime sui dati del quarto trimestre e la decisione di Sarah Rutson, vicepresidente degli acquisti a livello globale, di lasciare l’incarico.
Pesante anche UBI (-2,6%) dopo l’avvio positivo ancora in scia all’acquisizione delle tre Good Bank. L’Ad Massiah, nel frattempo, ha dichiarato che si stanno valutando i tempi per effettuare la ricapitalizzazione da 400 milioni resa necessaria dall’operazione.
In calo pure UNICREDIT (-1,8%) nel giorno che precede il raggruppamento in rapporto di un’azione ogni dieci. Nel frattempo la controllata ungherese dell’istituto di piazza Gae Aulenti è prossimo alla cessione di un portafoglio da alcune decine di milioni di mutui distressed ad APS Holding, finanziaria con sede a Praga.
Positive invece INTESA (+0,3%), BANCO BPM (+0,3%) e BPER (+1,4%), che cercherà di chiudere l’acquisto di Carife, la quarta Good Bank ancora controllata dal Fondo di Risoluzione, entro la fine del mese. Nel frattempo MPS ha iniziato le attività propedeutiche alle emissioni di bond sotto la garanzia statale, che porteranno l’istituto ad emettere fino a 15 miliardi di obbligazioni per rafforzare la propria liquidità.
Acquisti su TENARIS (+1,1%) e LUXOTTICA (+1,1%) oltre che su FCA (+0,9%) su cui S&P ha confermato il rating di lungo termine (pari a BB) e quello di breve termine (B), con outlook stabile. L’agenzia americana ha spiegato che anche se un eventuale multa potrebbe essere “notevole”, Fca “ha un margine di manovra nelle sue misure di leverage” e che l’azienda “ha ampia liquidità a disposizione, se necessario”.
Poco mossa MEDIASET (-0,1%), con il vice presidente e Ad, Pier Silvio Berlusconi, che ha smentito tutte le ipotesi circolate negli ultimi giorni, lasciando le “vie legali” come unica soluzione per uscire dall’impasse con Vivendi.
Il rialzo del petrolio giova ad ENI (%), che ha anche vinto la gara per la fornitura di 180 carichi di Gnl in Pakistan per 15 anni.
Fuori dal paniere principale, bene FINCANTIERI (+6%) che ha firmato un memorandum of agreement con il gruppo statunitense Carnival Corporation per la costruzione di due nuove navi da crociera, del valore complessivo di oltre 1 miliardo di euro, destinate ai brand Holland America Line (HAL) e Princess Cruises.