Nel giorno di insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump le borse europee mantengono l’atteggiamento cauto manifestato in avvio, posizionandosi poco sopra la parità. Intorno alle 12:20 il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid guadagnano lo 0,4%, mentre il Dax di Francoforte, il Ftse 100 di Londra e il Ftse Mib di Milano si attestano fra lo 0,1 e lo 0,2 per cento.
Pochi spunti dall’agenda macroeconomica, dove spicca il dato sul Pil cinese (+6,7% nel 2016). In Germania l’indice dei prezzi alla produzione ha registrato a dicembre un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1% su base annua, in linea con le stime. Deludenti i dati sulle vendite al dettaglio in nel Regno Unito.
Sul mercato valutario il dollaro recupera terreno rispetto alla mattinata, con l’EUR/USD che scende nuovamente a 1,063 e l’USD/JPY che torna a 115,3.
La risalita del biglietto verde penalizza l’oro, che scivola sotto la soglia dei 1.200 dollari l’oncia. Sempre fra le commodities, Brent e Wti accelerano e guadagnano circa l’1%, portandosi rispettivamente a quota 54,8 e 52,7 dollari al barile.
Secondo il rapporto mensile dell’Aie il mercato del petrolio aveva già iniziato a riequilibrarsi prima ancora dell’entrata in vigore a gennaio dell’accordo dell’Opec. La domanda potrebbe dunque superare l’offerta già nel primo semestre 2017, a patto che le promesse sui tagli alla produzione vengano rispettate. L’Agenzia ha osservato inoltre che a dicembre l’output mondiale di greggio è diminuito di 600 mila barili al giorno, con i paesi del cartello responsabili di oltre metà del calo.
Vendite sull’obbligazionario, dove il rendimento del Btp si riporta in area 2%, dopo essere sceso in mattinata fino a 1,94 per cento. Poco mosso lo spread con il Bund, intorno a 160 basis point.
A Piazza Affari inverte la rotta UBI (-1,8%) dopo l’avvio positivo ancora in scia all’acquisizione delle tre Good Bank. L’Ad Massiah, nel frattempo, ha dichiarato che si stanno valutando i tempi per effettuare la ricapitalizzazione da 400 milioni resa necessaria dall’operazione.
In calo anche UNICREDIT (-1,2%) nel giorno che precede il raggruppamento in rapporto di un’azione ogni dieci. Positive invece INTESA (+0,4%), BANCO BPM (+0,5%) e BPER (+1,1%), che cercherà di chiudere l’acquisto di Carife, la quarta Good Bank ancora controllata dal Fondo di Risoluzione, entro la fine del mese.
Acquisti su ENI (+0,9%), ENEL (+0,9%) e MONCLER (+1,3%), ma la migliore del listino è FCA (+1,7%) su cui S&P ha confermato il rating di lungo termine (pari a BB) e quello di breve termine (B), con outlook stabile. L’agenzia americana ha spiegato che anche se un eventuale multa potrebbe essere “notevole”, Fca “ha un margine di manovra nelle sue misure di leverage” e che l’azienda “ha ampia liquidità a disposizione, se necessario”.
Lievemente in rialzo anche GENERALI (+0,5%), ancora sostenuta dalle parole del Ceo Philippe Donnet sul buon andamento del business nel 2016.
Pesante YOOX (-3,9%), su cui potrebbe incidere l’addio della vice presidente di Net-A-Porter e responsabile degli acquisti a livello mondiale Sara Rutson.
Fuori dal paniere principale, bene FINCANTIERI (+5,8%) che ha firmato un memorandum of agreement con il gruppo statunitense Carnival Corporation per la costruzione di due nuove navi da crociera, del valore complessivo di oltre 1 miliardo di euro, destinate ai brand Holland America Line (HAL) e Princess Cruises.
Nella moda, invece, BRUNELLO CUCINELLI cede il 2,6% dopo la conclusione da parte di Mediobanca del collocamento tramite accelerated bookbuilding rivolto a investitori istituzionali di azioni pari al 3,02% del capitale a 21,09 euro (pari a 2,05 milioni di azioni) a 21,09 euro, con un 5% di sconto rispetto all’ultimo prezzo di chiusura di ieri, pari a 22,20 euro.