A2A – Anche da Milano ok a quota sindacata giù al 42%

Dopo il via libera da parte del Consiglio comunale di Brescia lo scorso 18 novembre [A2A – AZIONI SINDACATE MILANO-BRESCIA SCENDONO AL 42%], anche Palazzo Marino ieri ha approvato con 29 voti favorevoli e 14 contrari la modifica del patto parasociale per la riduzione dal 50%+2 azioni al 42% della partecipazione paritetica in A2A vincolata dal patto di sindacato tra i due Comuni. Pertanto, sia Brescia che Milano potranno immettere sul mercato rispettivamente il 4% del capitale della multi-utility lombarda, ma l’operazione non dovrebbe concretizzarsi a breve, almeno non per il comune guidato da Giuseppe Sala.

Infatti, il Consiglio comunale milanese ha fatto proprio l’impegno, contenuto nel piano triennale 2017-2019, di non procedere all’alienazione di nessuna delle azioni di A2A detenute, invitando però a valutare una possibile estensione del patto di sindacato anche ad altri soci pubblici, come i comuni azionisti di Linea Group Holding (LGH), acquisita da A2A ad agosto 2016. Ricordiamo che il patto di sindacato è stato stipulato tra il comune di Milano e quello di Brescia il 30 dicembre 2013 e alla fine dello scorso anno si è rinnovato tacitamente per altri tre anni fino al 31 dicembre 2019.

COMMENTO

Un’eventuale immissione in blocco sul mercato del 4% detenuto dal comune di Brescia, su cui indiscrezioni di stampa riportano che ci sarebbe un ripensamento, potrebbe comportare un rischio di overhang, ossia un eccesso di titoli A2A sul mercato, con una conseguente pressione al ribasso sul corso azionario.

Ricordiamo che l’azionariato di A2A al momento è così composto: il 50%+2 azioni del capitale è detenuto congiuntamente e pariteticamente dai comuni di Milano e Brescia, il 2,789% da Norges Bank, i soci pubblici di LGH (i comuni di Crema, Cremona, Lodi, Pavia e Rovato) detengono poco più dell’1% e una quota residuale è fa capo ai comuni di Varese e Bergamo.