Mercati – Verso una partenza in rialzo, Generali e Intesa sotto i riflettori

A 20 minuti dall’apertura delle contrattazioni i futures sui principali indici continentali scambiano in progresso di circa mezzo punto percentuale, preannunciando un avvio positivo per le borse europee in scia all’andamento di Wall Street e dei mercati asiatici.

Ieri sera infatti il Nasdaq e lo S&P500 hanno realizzato nuovi record storici, anche se solo intraday per l’indice principale, contagiati dall’entusiasmo per i provvedimenti annunciati da Trump nei settori auto e oil, oltre che dalla risalita del greggio e dall’inattesa proposta di alcuni senatori democratici di lanciare un piano di ammodernamento delle infrastrutture per un trilione di dollari nel prossimo quadriennio.

Solo segni positivi anche per i listini asiatici, saliti complessivamente ai massimi degli ultimi tre mesi e trainati dal Nikkei (+1,5%), che beneficia anche dei convincenti dati macro giapponesi, con le esportazioni in aumento a dicembre per la prima volta in quindici mesi.

In Europa l’agenda macro prevede la pubblicazione dei dati francesi di gennaio sulla fiducia manifatturiera, gli indici IFO tedeschi sul sentiment e sulle aspettative correnti di gennaio e gli ordini industriali in Italia. Negli Stati uniti sono attesi i dati settimanali MBA sulle richieste ipotecarie e l’indice FHFA di novembre relativo ai prezzi delle case. Alle 16:30 saranno inoltre diffusi i dati settimanali sulle scorte americane stilati dall’Eia.

A Piazza Affari l’attenzione resta puntata su GENERALI, miglior titolo delle ultime due sedute grazie alle ipotesi di M&A che coinvolgono la compagnia triestina.

A rafforzare tali prospettive è giunta anche una nota di INTESA, in cui l’istituto afferma di valutare tutte le opportunità di rafforzamento del gruppo e che tra queste rientra anche una possibile “combinazione industriale” con Assicurazioni Generali.

Occhi puntati anche su FCA e in generale sul comparto automotive, dopo l’incontro fra Trump e i produttori in cui il neopresidente ha chiesto la costruzione di nuovi impianti in Usa, promettendo in cambio un taglio delle tasse e la riduzione delle regolamentazioni, comprese quelle ambientali.

Attenzione anche a TENARIS, dopo il via libera di Trump ai progetti per due oleodotti, il Dakota Access e il Keysonte XI, che erano stati precedentemente bloccati da Obama in seguito a numerose proteste.