Hera – Titolo in contropiede (+0,6%) sulla scia del “Buy” di Banca Imi

Giornata positiva per le azioni della multi-utility bolognese, che introno alle ore 16:10 sono in rialzo dello 0,6%, in controtendenza sia rispetto al settore, con il Ftse Italia Servizi Pubblici in calo dell’1%, sia rispetto al Ftse Italia Mid Cap (-0,3%).

A Piazza Affari Hera sta beneficiando del nuovo report con cui gli analisti di Banca Imi hanno confermato la propria raccomandazione “Buy” sul titolo e hanno alzato il target price da 3 a 3,1 euro. Questo nuovo prezzo obiettivo, che ai corsi attuali implica un potenziale rialzo delle quotazioni di Hera del 36,6% nei prossimi 12 mesi, incorpora i nuovi target del Piano Industriale 2016-2020 presentati dalla società lo scorso 11 gennaio [HERA – MARGINE OPERATIVO LORDO A 1.080 MILIONI AL 2020], escludendo il contributo dell’M&A.

Il broker del gruppo Intesa SanPaolo sottolinea anche che ultimamente i multipli P/E ed Ev/Ebitda di Hera sono scesi rispetto alle medie storiche. Banca Imi sottolinea, comunque, i tre principali rischi per la società guidata da Tomaso Tommasi di Vignano:

  1. l’eventuale non concretizzazione delle operazioni di M&A (secondo il nuovo Piano, 4-5 deal al 2020 per un contributo incrementale all’Ebitda di 106 milioni).
  2. La forte correlazione del titolo ai tassi di interesse e un potenziale aumento del rischio politico. Ricordiamo che quando i rendimenti dei titoli di Stato salgono, i titoli delle utility sono penalizzati, avendo un indebitamento mediamente superiore a quello delle società di altri settori. Inoltre, il rischio politico va visto alla luce del fatto che il 51,3% del capitale sociale di Hera è detenuto da 118 soci pubblici (in primis il Comune di Bologna con il 9,7% circa).
  3. Una ripresa in Italia più debole del previsto dei business non regolati (vendita di gas ed energia elettrica e rifiuti speciali), che nel 2015 hanno pesato per circa in 44,4% dell’Ebitda complessivo del gruppo Hera.