Unipol e Banco Bpm si sono dati tempo fino a giugno per decidere sul rinnovo di bancassurance che scadrà a dicembre 2017. La scelta sarebbe dovuta avvenire entro lo scorso 31 dicembre, ma i due partner si sono concessi sei mesi in più anche alla luce della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano che ha avuto effetto dal 1° gennaio 2017. In caso i due partner scelgano di andare per strade diverse, la compagnia bolognese ha diritto di uscire dalla jv Popolare Vita.
Unipol e Banco Bpm hanno prorogato fino a giugno il termine per decidere se continuare la partnership nella bancassurance. La collaborazione avviene tramite Popolare Vita, la joint venture di cui Unipol detiene il 50% più un’azione e Banco Bpm il restante 50 per cento, portato in dote da Banco Popolare con la fusione. La decisione se rinnovare o meno la partnership doveva essere presa entro lo scorso 31 dicembre. La compagnia assicurativa e la banca avevano deciso poi di comune accordo di far slittare il tutto di qualche settimana a causa dei diversi nodi da sciogliere.
La collaborazione era stata firmata nel 2007 tra il Banco Popolare e l’allora Fondiaria Sai (integratasi con Unipol nel 2014) che versò 530 milioni. La durata prevista dell’accordo era di 10 anni, con scadenza fissata nel dicembre del 2017.
Qualora si decidesse di non continuare oltre la scadenza già pattuita, la compagnia guidata da Carlo Cimbri avrà l’opzione di cedere alla banca la quota in suo possesso.
La collaborazione è stata messa in discussione dal mancato rispetto dei target fissati dall’accordo stipulato. Quando nel 2007 venne siglato l’accordo tra l’allora Fondiaria Sai e Banco Popolare, l’obiettivo era arrivare a raccogliere a regime fino a 6 miliardi all’anno di premi, in seguito rivisto al ribasso dal recente piano triennale approvato dal cda di Popolare Vita a causa delle mutate condizioni di mercato.
Nei primi nove del 2016 Popolare Vita ha conseguito una raccolta pari a 1,6 miliardi, in calo del 33% rispetto allo stesso periodo del 2015. Tuttavia il recente matrimonio con Bpm cambia lo scenario per cui i due partner si sono dati tempo per elaborare un nuovo piano e comprendere meglio quali sono le potenzialità strategiche e l’interesse del nuovo gruppo.
Secondo alcune ipotesi, l’eventuale cessione della quota di Unipol in Popolare Vita consentirebbe alla compagnia bolognese di ricavare tra i 500 milioni e i 700 milioni.
Intorno alle 12:30, a Piazza Affari il titolo UnipolSai segna un calo dello 0,3% a 2,1 euro, mentre il titolo Banco Bpm segna un ribasso dell’1,5% a 2,9 euro.