Prosegue sottotono la seduta delle borse europee, che intorno alle 15.50 viaggiano in territorio negativo ad eccezione di Londra, dove il Ftse 100 guadagna lo 0,1% agevolato anche dalla sterlina in calo di mezzo punto percentuale sull’euro. Il Dax di Francoforte cede lo 0,3%, seguito dall’Ibex 35 di Madrid a -0,4%, dal Ftse Mib di Milano a -0,6% e dal Cac 40 di Parigi (-0,7%).
Apertura sostanzialmente flat per Wall Street, dove l’attenzione degli operatori era concentrata quest’oggi sulla lettura preliminare del Pil del quarto trimestre, che ha deluso le attese attestandosi all’1,9%, a fronte del 2,2% stimato e dopo il +3,5% del terzo trimestre. Se il dato dovesse essere confermato nella lettura finale, significherebbe che gli Usa avrebbero realizzato per l’undicesimo anno consecutivo una crescita inferiore al 3 per cento.
Negativo anche il dato preliminare degli ordinativi di beni durevoli di dicembre, in calo dello 0,4% contro il +2,5% previsto dal consensus. Rivista al ribasso, inoltre, la rilevazione di novembre, da -4,5% a -4,8 per cento. Dati che hanno creato una certa volatilità sul dollaro, con l’EUR/USD salito a 1,07 e l’USD/JPY sceso in area 115.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, l’Istat ha diffuso gli indicatori di gennaio relativi al clima di fiducia delle aziende, inaspettatamente in crescita a 104,8 punti, e alla fiducia dei consumatori, scesa a 108,8 punti contro i 110 punti del consensus.
Sull’obbligazionario si placa momentaneamente l’impennata dei rendimenti dei titoli di stato, che si concedono una seduta di consolidamento. Il tasso del Bund scende a 46 centesimi mentre quello del Btp si mantiene sostanzialmente stabile al 2,22%, con uno spread fra i due in area 176 punti base.
Tra le materie prime, continua il movimento discendente dell’oro, scivolato in area 1.185 dollari l’oncia. In calo anche il petrolio con il Brent (-1,4%) a 55,5 dollari e il Wti (-1,2%) a 53,2 dollari.
Tornando a Piazza Affari prosegue la seduta positiva per il comparto del lusso e in particolare per FERRAGAMO (+2,6%), con Morgan Stanley che ha alzato il target price da 20 a 24 euro con rating equal weight. Rimbalzo per YOOX (+2,4%), dopo il crollo delle scorse sedute, e per LUXOTTICA (+1,6%) su cui Hsbc ha alzato la raccomandazione a buy.
Vendite su GENERALI (-1,8%), al centro della vicenda che ha animato le ultime sedute e che coinvolge INTESA (+1,1%), da cui non sono comunque attese novità in merito nel Cda di oggi.
Nel frattempo scattano le vendite su UNICREDIT (-5,1%), che non sembra intenzionata a cedere la propria quota di MEDIOBANCA (-1,4%). Intanto si apprende che l’avvio dell’aumento di capitale dell’istituto di piazza Gae Aulenti potrebbe essere anticipato a lunedì 6 febbraio, prima dell’approvazione dei conti preliminari del 2016 in calendario per il 9 febbraio.
Sempre in tema di bancari si avvicina l’integrazione delle tre Good Bank (Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti) da parte di UBI (-2%), dopo che Quaestio, gestore del fondo Atlante, ha siglato un memorandum of understanding per l’acquisto di 2,2 miliardi di npl in seno ai tre istituti risanati.
Tra i petroliferi perdono terreno TENARIS (-1,1%) ed ENI (-1,4%), quest’ultima al centro di un’inchiesta sull’acquisizione di una licenza in Nigeria temporaneamente confiscata dal tribunale di Abuja.
Fuori dal listino principale spicca la performance di CREVAL (+5,2%), che riflette anche gli effetti positivi derivanti dalle attese su future aggregazioni, in primis con BPER (-0,6%). Aspettative alimentate mercoledì proprio dall’Ad dell’istituto emiliano Alessandro Vandelli che si è detto disponibile ad aprire un confronto con la banca valtellinese su questa operazione.