Utility – Il settore sconta il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato

Da inizio 2017 i tassi d’interesse sui titoli governativi sia italiani sia europei hanno registrato un’impennata rispetto ai livelli di fine dicembre, soprattutto per la revisione al rialzo delle aspettative d’inflazione. Al momento il rendimento del BTP decennale è in area 2,23%, massimo da luglio 2015, e quello dell’omologo Bund tedesco allo 0,47%, un livello che non vedeva da gennaio dell’anno scorso.

Rendimenti a 10 anni BTP italiano vs. Bund tedesco (01/01/2014 – Oggi)

Anche lo spread, ossia la differenza tra il rendimento a dieci anni del BTP e del Bund, è così salito a 174,5 punti base, massimo da quasi due anni e mezzo, precisamente da agosto 2014. L’aumento del rischio percepito per l’Italia è dovuto a diversi fattori, fra cui si possono annoverare:

  1. la recente sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, che ha ravvivato l’ipotesi di elezioni politiche anticipate;
  2. le persistenti e ancora irrisolte difficoltà del settore bancario, che hanno portato a diversi downgrade da parte delle agenzie di rating sul merito di credito italiano;
  3. la possibile apertura di una procedura d’infrazione dell’Unione Europea per l’eccessivo deficit;
  4. la riduzione degli acquisti del Quantitative Easing della BCE, che a partire da aprile 2017 scenderanno da 80 a 60 miliardi al mese e che peserà soprattutto per l’Italia.

Spread: rendimenti a 10 anni BTP italiano – Bund tedesco (01/01/2014 – Oggi)

Il rialzo dei tassi di interesse dei titoli governativi, e quindi dello spread, influenza la performance borsistica delle società del comparto utility e rinnovabili molto più degli altri settori. In generale, infatti, le utility sono caratterizzate da un livello d’indebitamento mediamente più elevato rispetto a quello presente in altri settori, pertanto un rialzo dei tassi implica maggiori oneri finanziari e, quindi, un calo degli utili netti.

Non è quindi un caso se in queste ultime settimane il settore utility è tra i peggiori sia in Italia sia in Europa: da inizio anno il Ftse Italia Servizi Pubblici ha perso il 5,4%, mentre lo Stoxx Europe 600 Utilities il 3,1 per cento.