Il Ftse Mib termina una settimana con una flessione dello 0,8% dovuta anche alla settimana travagliata del comparto bancario che da lunedì a venerdì cede il 2,7% sottoperformando il corrispondente indice europeo (+2,3%).
La settimana del settore è stata caratterizzata dagli eventi e dalle ipotesi sugli scenari futuri di Generali Assicurazioni che hanno visto protagonisti Generali (+5,5%), IntesaSanpaolo (-8,2%), Mediobanca (+5,7%) e Unicredit (+3%).
Il fattore scatenante è stato l’annuncio, lunedì sera, dell’acquisto da parte della compagnia triestina del 3% dei diritti di voto di Intesa per neutralizzare eventuali azioni dirette della banca su Generali.
Martedì è stata la banca guidata da Carlo Messina ad ufficializzare “lo studio su una possibile combinazione industriale con Assicurazioni Generali”. Annuncio a cui è seguito l’intervento fuori campo del vice-presidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, dopo quello del Ceo di Piazza Gae Aulenti, Jean Pierre Mustier, che si è eretto a difensore dell’italianità di Generali.
Le scaramucce sono proseguite nei giorni successivi, anche se l’operazione allo studio di Intesa piace ai banchieri, agli operatori ed al mercato in quanto creerebbe un colosso in grado di dare un contributo importante allo sviluppo del Paese e delle sue aziende.
La palma d’oro spetta però al Creval con un progresso dell’8,4% in una settimana e del 30% in un mese. Balzo sostenuto dalle ipotesi di M&A, a loro volta rese più concrete dalle parole dell’Ad di Bper che ha confermato di essere pronto a sedersi ad un tavolo con l’istituto valtellinese.
Ancora sospesa Mps nella settimana in cui si sono concretizzate le due emissioni di bond garantiti dallo Stato per sette dei 15 miliardi previsti. L’operazione ha il fine rafforzare liquidità in vista del nuovo piano industriale, che dovrebbe essere completato entro metà febbraio per poi passare all’esame delle autorità europee.