Dopo l’avvio negativo dei listini americani, in calo tra lo 0,8% e l’1,4%, le borse europee estendono ulteriormente le perdite, con il Ftse Mib di Milano che intorno alle 16:10 lascia sul terreno il 2,6% a 18.827 punti, risultando il peggiore fra i listini continentali. In calo anche l’Ibex 35 di Madrid (-1,4%), il Dax di Francoforte (-1,1%), il Cac 40 di Parigi (-1%) e il Ftse 100 di Londra (-0,85%).
A condizionare l’andamento dei mercati contribuiscono da una parte le tensioni scaturite dalle controverse politiche internazionali di Trump e dall’altra le incertezze legate al continuo rialzo dei rendimenti dei titoli di stato.
Un fenomeno più accentuato in Italia, dove l’ipotesi di elezioni anticipate si è fatta più viva dopo la decisione della Consulta sull’Italicum, mentre prosegue il contenzioso tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici. Il rendimento del Btp si impenna così di altri 11 punti base e raggiunge il 2,32%, mentre lo spread con il Bund risale fino a 187 punti base.
Sul fronte macro i dati preliminari di gennaio sull’indice dei prezzi al consumo tedesco hanno lievemente deluso le attese, pur raggiungendo il livello massimo da luglio 2013 e portandosi ad un soffio dal target del 2 per cento. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, in attesa del meeting Fed al via domani, sono stati pubblicati i dati sul reddito personale e sulle spese personali di dicembre, che hanno mostrato rispettivamente una crescita dello 0,3% e dello 0,5 per cento.
Sul Forex il cambio euro/dollaro scivola nuovamente sotto quota 1,07, portandosi a 1,066, condizionato in parte dalle dichiarazioni del consigliere Bce Ewald Nowotny, secondo cui l’istituto centrale rivedrà la propria politica monetaria a giugno ma non discuterà di tapering. Risale nel frattempo lo yen con il cambio USD/JPY a 114,3 e l’EUR/JPY a 121,8.
Per quanto riguarda il petrolio Brent e Wti, rispettivamente a 55,3 e 52,8 dollari al barile, cedono oltre mezzo punto percentuale scontando l’aumento degli impianti di trivellazione nel nord America, tornati ai livelli di agosto 2015. Un effetto solo parzialmente controbilanciato dagli sforzi dei Paesi produttori di ridurre la produzione.
Tornando a Piazza Affari, pioggia di vendite sui titoli del listino principale. Male in particolare le banche, tra cui spicca in negativo UBI (-6,6%), su cui influiscono fisiologiche prese di profitto dopo il rally degli ultimi 3 mesi.
In forte calo anche UNICREDIT (-6%) con l’avvicinarsi della data di avvio dell’operazione di aumento di capitale. Secondo indiscrezioni oggi si terrà un consiglio straordinario della banca per iniziare a esaminare i conti del 2016, che saranno ufficialmente approvati il 9 febbraio. La necessità di un anticipo dell’esame deriva dalla volontà di partire con l’offerta già lunedì prossimo, 6 febbraio. A metà di questa settimana, inoltre, il board sarà nuovamente convocato per decidere la forchetta di prezzo.
Deboli i petroliferi con SAIPEM a -5,5%, su cui pesa anche il taglio della raccomandazione di Banca Imi che ha portato a reduce il giudizio sul titolo da hold, con target price a 0,45 euro. In calo del 2% ENI, sempre al centro di un’indagine in merito all’acquisizione di una licenza in Nigeria, asset temporaneamente confiscato dalle autorità.
In attesa dei dati preliminari sulle vendite, che verranno diffusi a mercati chiusi, LUXOTTICA (-1,4%) ha annunciato un accordo con i soci di Óticas Carol per acquisire il 100% di una delle più importanti catene di ottica in franchising in Brasile. Il deal del valore di 110 milioni è soggetto all’approvazione da parte delle autorità regolatorie e sarà perfezionato prevedibilmente nel primo semestre 2017.