Apertura debole per i principali listini europei, che seguono l’intonazione negativa delle poche borse asiatiche non chiuse per la festività del Capodanno Lunare cinese. Intorno alle 9:20 il Ftse Mib di Milano segna il maggior ribasso a -0,9%, seguito dal Ftse 100 di Londra a -0,7%, dall’Ibex 35 di Madrid e il Cac 40 di Parigi a -0,6%, mentre il Dax di Francoforte limita le perdite allo 0,5 per cento.
A pesare sugli indici contribuiscono le tensioni internazionali scaturite dal decreto di Trump per impedire ai rifugiati di sette nazioni afro/medio orientali l’accesso negli Stati Uniti nei prossimi 120 giorni, oltre agli ultimi dati macroeconomici che hanno destato preoccupazioni sulla crescita degli Stati Uniti.
Restando sul fronte macro, il commercio al dettaglio di dicembre in Giappone ha registrato un incremento inferiore alle attese, con un progresso su base annua dello 0,6% a fronte dell’1,3% previsto. In Europa verranno diffusi i dati preliminari di gennaio sull’inflazione tedesca, mentre negli Stati Uniti, dopo la lettura deludente sul Pil giunta venerdì, saranno rese note oggi le variazioni relative a reddito e spesa personale di dicembre, oltre ai contratti pendenti di vendite di abitazioni nello stesso mese.
Sul Forex l’euro/dollaro resta poco mosso in area 1,07, mentre lo yen è in lieve recupero sul biglietto verde e sulla moneta unica. Tra le commodities l’oro si mantiene ben al di sotto dei 1.200 dollari l’oncia (a 1.192 $), mentre il petrolio segna un modesto calo, con Brent e Wti rispettivamente a 55,6 e 53,1 dollari al barile, complice anche il significativo incremento dei pozzi di trivellazioni negli USA nelle ultime due settimane.
A Piazza Affari parte ancora forte STM (+1%), già reduce da un’ottava in grande spolvero con un rialzo del 15,5%, grazie ai risultati del quarto trimestre 2016 e soprattutto alla guidance migliore delle attese per i primi tre mesi del 2017.
Vendite in avvio, invece, su GENERALI (-1,2%) e sugli istituti coinvolti nella vicenda che ruota attorno alla compagnia triestina, ossia INTESA (-1,2%), MEDIOBANCA (-0,5%) e UNICREDIT (-2%).
Pesante anche UBI (-2%), più vicina all’acquisizione delle 3 Good Bank dopo che Atlante ha firmato un memorandum of understanding per acquistare 2,2 miliardi di npl dai tre istituti.
Partenza in ribasso per i petroliferi, tra cui resta sotto osservazione ENI (-1,6%), al centro di un’inchiesta sull’acquisizione di una licenza in Nigeria temporaneamente confiscata dal tribunale di Abuja.
Sotto la parità MEDIASET (-0,6%), dopo che la holding della famiglia Berlusconi, Fininvest, ha smentito le voci di stampa che vedevano il Biscione e Vivendi vicine alla firma di un accordo.
Da segnalare, infine, che a mercati chiusi verranno resi noti i dati preliminari relativi ai ricavi del quarto trimestre 2016 di LUXOTTICA (-1%).