Unicredit – Cet1 a fine 2016 sarà all’8%, inferiore al livello Srep

La banca guidata da Jean Pierre Mustier ha pubblicato il documento di registrazione relativo all’aumento di capitale da 13 miliardi. Nel fascicolo vengono sottolineati i rischi da valutare prima di effettuare l’investimento. In particolare la banca sottolinea che, dato che verranno effettuati 12,2 miliardi di svalutazioni e rettifiche che saranno iscritte in bilancio nel quarto trimestre 2016, mentre la ricapitalizzazione avrà effetto nel primo trimestre, il Cet1 2016 si attesterà all’8 per cento, inferiore di due punti al requisito Srep.

Il documento di registrazione relativo all’aumento di capitale da 13 miliardi di Unicredit, pubblicato oggi dalla banca, dedica un capitolo ai fattori di rischio da valutare prima di effettuare l’investimento. Il documento entra più nel dettaglio rispetto alla nota su questo tema, già emessa da Unicredit su richiesta della Consob, il 12 gennaio, in occasione dell’approvazione dell’operazione di ricapitalizzazione.

Come già evidenziato, infatti, per effetto dello sfasamento temporale tra le svalutazioni e le rettifiche previste dal piano strategico che avranno impatto sui conti del quarto trimestre e il rafforzamento patrimoniale derivante dall’imminente aumento, i coefficienti patrimoniali a fine 2016 non saranno in linea con gli obiettivi Srep.

In particolare, l’istituto di credito sottolinea come a fine 2016 i coefficienti patrimoniali (phase in) saranno pari a circa l’8% di Cet1 capital ratio, 9% di Tier 1 capital ratio e 11,5% di Total capital ratio.

Finché non verrà ripristinato il rispetto dei requisiti patrimoniali, Unicredit non potrà procedere alla distribuzione dei dividendi e al pagamento delle cedole degli strumenti Additional Tier1. Questa dovrebbe essere una delle ragioni per cui l’istituto punterebbe ad avvicinare la partenza dell’aumento di capitale al 6 febbraio, con chiusura tre settimane dopo, il 24 febbraio. In questo modo, sarebbe possibile rispettare la prima scadenza in arrivo il 10 marzo, con il pagamento della cedola sugli strumenti AT1 scadenza 2021.

Il documento sottolinea come dall’implementazione di alcune azioni del piano strategico sono attesi impatti negativi sui coefficienti patrimoniali e impatti negativi non ricorrenti sul risultato economico netto del quarto trimestre 2016, pari a complessivi 12,2 miliardi, di cui 8,1 miliardi legati all’incremento del grado di copertura sul portafoglio di crediti oggetto di cessione nell’ambito del Progetto Fino e sui crediti deteriorati oggetto del Progetto Porto, 1,7 miliardi per i costi relativi all’uscita di 5.600 persone, 1,4 miliardi per altre svalutazioni su poste dell’attivo patrimoniale e accantonamenti a fondo rischi e 0,5 miliardi di svalutazioni dell’avviamento ed altre attività immateriali.

Altri impatti verranno dalle dismissioni. In particolare si registrerà un impatto negativo per 0,7 miliardi per la cancellazione della riserva cambi connessa alla cessione di PJSC Ukrsotsbank, altri 0,3 miliardi deriveranno dalla stipula del contratto di cessione di Bank Pekao e la conseguente classificazione tra le attività operative cessate (IFRS 5), a questi si aggiungerà tuttavia un impatto positivo per 0,4 miliardi di profitti sulla cessione delle attività di processing sulle carte di credito.

Le cessioni, se da una parte aiuteranno a fare cassa, dall’altra avranno un impatto negativo sui margini reddituali del gruppo. In particolare, dalla vendita di Pioneer e della partecipazione in Bank Pekao, considerando solo le componenti economiche ricorrenti, si avrà un effetto negativo sui dati pro-forma dei primi nove mesi 2016 relativi a margine di intermediazione e risultato di gestione pari rispettivamente a 1.860 milioni e 948 milioni.

Nel documento di registrazione si evidenzia inoltre come la Bce abbia acceso un faro su Unicredit e lo terrà puntato anche dopo la conclusione dell’aumento. In seguito all’accertamento dei mancati requisiti patrimoniali al 31 dicembre 2016, infatti, l’organo di controllo di Francoforte ha richiesto, la presentazione, entro il 28 febbraio 2017, di una strategia in materia di crediti deteriorati, supportata da un piano operativo di rafforzamento patrimoniale. A questo riguardo Unicredit sottolinea che: “Nonostante le misure di rafforzamento patrimoniale previste dal Piano Strategico siano idonee, a giudizio dell’Emittente, a ripristinare i livelli di requisiti patrimoniali richiesti dalle disposizioni applicabili, il capital plan resterà soggetto alle valutazioni e all’approvazione da parte della Bce”.

Infine, il documento di registrazione rende noto che attualmente Unicredit è soggetta a quattro accertamenti ispettivi da parte della Bce ed è in attesa di ricevere gli esiti ispettivi in relazione a una verifica ispettiva posta in essere dalla Bce relativa al market risk.