Il Ftse Mib termina la prima seduta della settimana in calo del 2,9% a seguito delle vendite che hanno caratterizzato tutti i titoli che lo compongono. Rosso ulteriormente accentuato dall’apertura negativa di Wall Street.
Il segno rosso è stato dominante e diffuso anche sul comparto bancario, dove tutti i titoli sono arretrati ed il settore lascia sul terreno il 3,9% facendo peggio dell’indice europeo (-2,3%).
Le novità di maggior rilievo giungono da Unicredit, che segna un ribasso del 5,4% con il progressivo avvicinarsi del D-day della ricapitalizzazione da 13 miliardi. E sempre ieri a mercati già chiusi l’istituto ha comunicato i risultati preliminari consolidati del 2016.
Dati di grande rilievo poiché la banca di piazza Gae Aulenti “prevede di registrare una perdita di circa 11,8 miliardi, a causa di 12,2 miliardi di poste non ricorrenti connesse a svalutazioni e rettifiche dei crediti nonché di un ulteriore miliardo derivante da ulteriori svalutazioni una tantum (tra cui quella della quota nel Fondo Atlante). Al netto di queste poste, il risultato netto sarebbe stato positivo” come recita il comunicato della banca.
La comunicazione si è resa necessaria per far partire la ricapitalizzazione da 13 miliardi lunedì 6 febbraio. Ed anche per questo a metà settimana dovrebbe tenersi un altro cda per decidere la forchetta di prezzo dell’aumento.
Prese di profitto hanno caratterizzato le banche che hanno corso di più dall’inizio dell’anno, con Ubi che perde il 6,8% dopo aver guadagnato il 27% dal 1° gennaio, mentre Banco Bpm cede il 4%, dopo che da inizio 2017 ha mostrato un +20,9 per cento. Giornata riflessiva per gli altri attori coinvolti nella partita su Generali (-3,2%), con Intesa a -2,7% e Mediobanca a -3,1 per cento.