Il gruppo chiude il periodo ottobre-dicembre con un calo dei ricavi del 2% a 6.998 milioni, contro i 7.300 stimati dal consensus. Al di sotto delle attese anche l’utile operativo delle Attività Industriali, sceso di oltre il 26% a 412 milioni (516 milioni il consensus) principalmente per la contrazione evidenziata dai business delle Macchine Agricole e dei Veicoli Commerciali. Dal lato patrimoniale, invece, l’indebitamento netto industriale rispetto al 30 settembre 2016 è diminuito più delle attese, passando da 2,7 miliardi a 1,6 miliardi. Reazione negativa del titolo in borsa, anche a causa dell’annuncio di un dividendo più basso rispetto allo scorso anno.
Il gruppo ha archiviato il quarto trimestre 2016 con un fatturato consolidato in calo del 2% a 6.998 milioni, con i ricavi di vendita netti delle Attività Industriali scesi del 2,7% a 6.682 milioni.
A livello di gestione operativa, la flessione dei volumi si è riflessa in un calo dell’Ebit del 26% a 441 milioni, con un’incidenza sui ricavi diminuita di 200 basis point al 6,3 per cento. L’utile operativo delle Attività Industriali si è attestato a 412 milioni, contro i 516 milioni attesi dal consensus e rispetto ai 563 milioni del quarto trimestre 2015, con un margine al 6,2% (-2% a/a.).
Un andamento condizionato principalmente dalla flessione dei volumi evidenziata nei business delle Macchine Agricole e dei Veicoli Commerciali, segmenti che combinati incidono per oltre l’80% del fatturato totale. Nel dettaglio, il primo ha registrato una contrazione dei ricavi del 5,1% e un calo dell’utile operativo del 21,8%, per effetto soprattutto di volumi inferiori e un mix prodotto sfavorevole. I Veicoli Commerciali, invece, hanno segnato un calo delle vendite dell’1,7% (stabili a cambi costanti) per effetto di volumi inferiori negli autobus e nei veicoli speciali in area Emea e dell’impatto negativo delle differenze cambio. L’utile operativo ha registrato una diminuzione del 15,5% principalmente dovuta a volumi e mix prodotto sfavorevoli in Argentina, a causa delle consegne dovute alla transizione Euro III, e all’effetto cambio negativo in alcuni mercati.
La bottom line evidenzia una flessione dell’utile netto adjusted di circa il 25% a 197 milioni. Notizie positive, invece, sul fronte patrimoniale, dove l’indebitamento netto industriale è diminuito più della attese a 1,6 miliardi rispetto ai 2,6 miliardi del consensus e ai 2-2,3 miliardi della guidance.
A seguito dei risultati conseguiti, il cda intende proporre un dividendo di 0,11 euro per azione, pari a circa 150 milioni di euro (circa 160 milioni di dollari), con la data di stacco della cedola prevista per il prossimo 24 aprile. Un dividendo in calo rispetto a quello staccato sul bilancio 2015, quando erano stati distribuiti 0,13 euro per azione.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, al fine di conseguire miglioramenti strutturali aggiuntivi dei costi, il management intende intraprendere alcune azioni di ristrutturazione per circa 100 milioni. Tale azione, che si inserisce all’interno del programma di efficienza del gruppo, dovrebbe generare risparmi incrementali per circa 60 milioni nel 2017 e per 80 milioni su base annua.
La guidance per l’esercizio in corso, quindi, prevede ricavi netti da attività industriali in un range tra 23 e 24 miliardi (consensus a 24 miliardi), un utile per azione adjusted tra 0,39 e 0,41 dollari e un indebitamento netto industriale in calo tra 1,4 e 1,6 miliardi (consensus a 1,6 miliardi).
In seguito della pubblicazione dei conti trimestrali e della previsione di un dividendo inferiore distribuito a valere sul 2015, il titolo ha accelerato al ribasso a Piazza Affari chiudendo in calo del 2,4% contro il -0,9% del Ftse Mib.