Dopo una mattinata in rialzo con un picco a 18.974 punti, il Ftse Mib di Milano ha invertito la rotta, arrivando a cedere intorno alle 16:20 lo 0,9 per cento. Segno rosso anche per il Dax di Francoforte a -0,6%, mentre il Cac 40 di Parigi a -0,25% e l’Ibex 35 di Madrid si aggirano intorno alla parità e il Ftse 100 di Londra è lievemente positivo a +0,3 per cento.
La giornata è stata ricca di appuntamenti macroeconomici e di spunti positivi per l’Eurozona. Le stime flash diffuse dall’Eurostat hanno mostrato una crescita congiunturale dello 0,5% del Pil della zona euro del quarto trimestre 2016, in aumento rispetto alla lettura del trimestre precedente (+0,4%). Le attese degli economisti erano per un incremento dello 0,4 per cento. Su base annua il dato mostra una crescita dell’1,8%, lievemente superiore all’1,7% previsto dagli economisti.
L’indice dei prezzi al consumo a gennaio, inoltre, è stato stimato in aumento dell’1,8%, a fronte dell’1,1% della rilevazione precedente e dell’1,5% previsto dagli analisti, mentre il dato di dicembre sul tasso di disoccupazione si è attestato al 9,6%, in calo rispetto al 9,7% di novembre e inferiore al 9,8% atteso dagli analisti.
In Italia, l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è aumentato a dicembre dello 0,6% rispetto al mese precedente e dello 0,9% su base annua, mentre il tasso di disoccupazione preliminare si è attestato al 12%, stabile su novembre (dato rivisto al rialzo da 11,9% a 12%) e in rialzo di 0,4 punti percentuali su dicembre 2015, rimanendo sul livello più elevato da giugno 2015.
Infine, il tasso di disoccupazione in Germania corretto per gli effetti stagionali a gennaio si è attestato al 5,9%, inferiore alla rilevazione precedente (6%) e alle attese degli economisti che avevano previsto una lettura stabile.
Il numero di disoccupati è diminuito di 26 mila unità, a fronte del calo di 20 mila unità rilevato a dicembre (dato rivisto da -17 mila). Battute le stime dagli addetti ai lavori che avevano previsto una contrazione di 5 mila unità.
Sul Forex il cambio euro/dollaro si impenna fino a sfiorare quota 1,08, complici i dati positivi e alcune dichiarazioni del consigliere al commercio del presidente USA, Donald Trump.
Sull’obbligazionario il rendimento del Btp cala al 2,27%, riducendo lo spread con il Bund decennale a 183 punti base.
Tra le commodities, in rialzo il petrolio con il Brent e Wti rispettivamente a 55,9 e 53,1 dollari al barile, mentre le tensioni internazionali degli ultimi giorni spingono l’oro fino a 1.215 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, ancora deboli i bancari, in particolare BANCO BPM (-4,5%), UBI (-4%) e UNICREDIT (-3,8%), con quest’ultima che ha esaminato ieri i risultati preliminari per il 2016. L’istituto sembra aver deciso di fare una pulizia radicale dei conti, aumentando le svalutazioni previste di circa un miliardo di euro per stralciare buona parte dell’investimento in Atlante, più alcune altre voci minori, e portando quindi le rettifiche a poco più di 13 miliardi di euro. Una cifra che assorbe tutto il denaro richiesto al mercato con l’aumento di capitale e porta la perdita prevista per il 2016 a 11,8 miliardi di euro.
Ancora in calo SAIPEM (-3,4%) dopo la sforbiciata del target price di ieri da parte di Banca Imi, mentre ENI (+0,3%) è in lieve recupero. Il gruppo del cane a sei zampe ha perforato e testato con successo il pozzo Merakes2, primo pozzo di delineazione della scoperta di Merakes nell’ambito del Production Sharing Contract (PSC) di East Sepinggan.
Pesante anche LEONARDO (-3,1%) sulla notizia che Mauro Moretti, Ad del gruppo, è stato condannato a 7 anni in primo grado dal Tribunale di Lucca nel processo per la strage di Viareggio. Prese di profitto su STM (-3%).
Corrono le FERRARI (+1,2%) in attesa dei risultati trimestrali il prossimo 2 febbraio e le TELECOM ITALIA (+1,8%), aspettando i conti di venerdì e il piano industriale di settimana prossima.
Sulla pari FERRAGAMO nell’attesa che l’Ad, Eraldo Poletto, alzi il velo sul piano industriale.