Dopo una mattinata in rialzo con un picco a 18.974 punti, poco prima delle 12:00 il Ftse Mib di Milano rallenta la sua corsa segnando un +0,3 a 18.811 punti. Segni positivi anche per le altre borse europee, con il Ftse 100 di Londra che avanza dello 0,5%, l’Ibex 35 di Madrid e il Cac 40 di Parigi dello 0,3% e il Dax di Francoforte dello 0,1 per cento.
Sul fronte macro, le stime flash diffuse dall’Eurostat hanno mostrato una crescita congiunturale dello 0,5% del Pil della zona euro del quarto trimestre 2016, in aumento rispetto alla lettura del trimestre precedente (+0,4%, rivista al rialzo dallo 0,3% inizialmente rilevato). Le attese degli economisti erano per un incremento dello 0,4 per cento.
Su base annua il dato mostra una crescita dell’1,8%, in linea con la rilevazione precedente (rivista al rialzo dall’1,7% inizialmente censito) e lievemente superiore all’1,7% previsto dagli economisti.
L’indice dei prezzi al consumo a gennaio, invece, è stato stimato in aumento dell’1,8%, a fronte dell’1,1% della rilevazione precedente e dell’1,5% previsto dagli analisti, mentre il dato di dicembre sul tasso di disoccupazione si è attestato al 9,6%, in calo rispetto al 9,7% di novembre (rivisto al ribasso dal 9,8% precedentemente rilevato) e inferiore al 9,8% atteso dagli analisti.
Per quanto riguarda l’Italia, a dicembre l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è aumentato dello 0,6% rispetto al mese precedente e dello 0,9% su base annua. Nello stesso mese, il tasso di disoccupazione preliminare si è attestato al 12%, stabile su novembre (dato rivisto al rialzo da 11,9% a 12%) e in rialzo di 0,4 punti percentuali su dicembre 2015. Lo rileva l’Istat ricordando che è il livello più alto da giugno 2015 (12,2%).
Infine, il tasso di disoccupazione in Germania corretto per gli effetti stagionali a gennaio si è attestato al 5,9%, inferiore alla rilevazione precedente (6%) e alle attese degli economisti che avevano previsto una lettura stabile.
Il numero di disoccupati è diminuito di 26 mila unità, a fronte del calo di 20 mila unità rilevato a dicembre (dato rivisto da -17 mila). Battute le stime dagli addetti ai lavori che avevano previsto una contrazione di 5 mila unità.
Dati nel complesso positivi che spingono l’euro a un leggero rialzo sia sul dollaro (EUR/USD a 1,071) che sullo yen (EUR/JPY a 121,9), mentre i toni aggressivi di Trump sull’immigrazione e le decisioni della Banca centrale giapponese continuano a sostenere la moneta nipponica sul biglietto verde (USD/JPY a 113,8).
Tra le commodities, poco mosso il petrolio con il Brent (+0,2%) a 55,3 dollari e il Wti (-0,2%) a 52,4 dollari, mentre aumentano i timori che l’aumento della produzione Usa possa controbilanciare i tagli dell’Output decisi dall’Opec, vanificando il tentativo di riequilibrare il mercato.
Tornando a Piazza Affari, ancora deboli UBI (-1,6%) e UNICREDIT (-1,1%) con quest’ultima che ieri ha esaminato i risultati preliminari per il 2016. L’istituto sembra aver deciso di fare una pulizia radicale dei conti, aumentando le svalutazioni previste di circa un miliardo di euro per stralciare buona parte dell’investimento in Atlante, più alcune altre voci minori, e portando quindi le rettifiche a poco più di 13 miliardi di euro. Una cifra che assorbe tutto il denaro richiesto al mercato con l’aumento di capitale e porta la perdita prevista per il 2016 a 11,8 miliardi di euro.
Ancora in calo SAIPEM (-3,7%) dopo la sforbiciata del target price di ieri da parte di Banca Imi, mentre ENI (+0,3%) è in lieve recupero. Il gruppo del cane a sei zampe ha perforato e testato con successo il pozzo Merakes2, primo pozzo di delineazione della scoperta di Merakes nell’ambito del Production Sharing Contract (PSC) di East Sepinggan.
Ben intonato, infine, l’automotive con il rimbalzo di FCA (+1,6%) e CNH (+1,4%) con quest’ultima che oggi pubblica i conti. Corre anche FERRARI (+2,6%) in attesa dei risultati trimestrali il prossimo 2 febbraio.