Il Ftse Mib continua a perdere terreno e alla fine cede lo 0,9% penalizzato anche dal comparto bancario che perde il 2,4% facendo peggio del corrispondente indice europeo (-1,4%).
La giornata è stata caratterizzata da vendite diffuse su quasi tutti i comparti e da bassi volumi per le incertezze venutesi a creare con le decisioni messe in atto da Donald Trump in questi primi giorni di presidenza Usa.
In particolare, le banche sembrano essere state messe sotto pressione da una serie di fattori quali: il permanere delle incognite geopolitiche venutesi a creare dopo le recenti triplici elezioni (Brexit, referendum costituzionale e nomina di Trump), le parole di Daniele Nouy, che ha invitato gli istituti italiani a fare ancora di più sul fronte dei crediti inesigibili e gli sviluppi dell’operazione di aumento di capitale di Unicredit.
Ricordiamo al riguardo che l’istituto di piazza Gae Aulenti ha perso il 5,4% lunedì, nel giorno del cda che ha approvato i conti preliminari e ieri ha confermato il trend con un calo del 4% anche per i timori su un eventuale bail-in; timori sostanzialmente infondati sulla base delle informazioni in possesso del mercato.
È comunque l’intero settore a perdere terreno con discese più marcate per i titoli che da inizio anno hanno avuto le performance migliori.
Bper cede così l’1,9%, Banco Bpm il 5,1% e Ubi il 3,2 per cento. La banca guidata da Victor Massiah dovrebbe avviare l’integrazione delle tre Good Bank già da aprile immettendo delle figure chiave e procedere a ritmi serrati anche nell’uniformare i sistemi informatici con l’obiettivo di andare a regime entro fine anno.